26 marzo 2012

Un sapore antico

Confesso l'emozione con cui butto giù queste righe. Ieri ho rivisto l'Inter di Helenio Herrera: non quella serale sfaldatasi dopo i cambi azzeccati da Conte, ma quella pomeridiana dei neo campioni d'Europa under 19. Già l'araldica del manifesto della finale smuoveva qualcosa, con lo stemma della Beneamata accostato a quello di Ajace: sapori lontani. Ma poi è stata la prova sul campo a stupire: grande personalità e vittoria meritata, nonostante sia giunta ai rigori. Difesa impenetrabile (concessi un paio di tiretti agli olandesi, che han pareggiato su punizione), un vero muro: tutti raccolti dietro e grande creazione di spazi in avanti, nei quali abbiamo colpito, infatti, anche quando rimasti in dieci. L'Inter assomigliava a quella degli anni sessanta, l'Ajax invece non a quella dei primi anni settanta ma alle più recenti: nessuna traccia del totalvoetbal, niente pressing a centrocampo, solo un elegante possesso palla assai sterile, fatto di circumnavigazioni da un fronte all'altro.

25 marzo 2012, Matchroom Stadium, Leyton Orient
Daniel Bessa affrontato da Mithail Dijks

Anche il percorso di avvicinamento è stato "in stile". Scoppola iniziale terribile con gli Spurs (1-7) ad agosto; combattuta vittoria sul PSV (3-2) e di misura sul Basel (1-0) a settembre; poi un pareggio di ritorno (1-1) col Tottenham a Milano, una vittoria determinante in trasferta a Eindhoven per il passaggio ai quarti (2-1) e un bel 0-0 a Basilea tra dicembre e inizio gennaio. La qualificazione come secondi ci ha costretto alla partita in gara secca [vedila qui] a Lisbona il 25 gennaio (davanti a oltre 6.000 spettatori: che per un torneo di ragazzi è qualcosa di eccezionale), dove ci siamo qualificati alla fase finale a Londra con il risultato classico (1-0).

Le 16 squadre partecipanti al torneo (brutto il nome, Next Generation Series, perché non ancora organizzato dalla UEFA) mostravano araldiche illustri (Barcelona, Celtic, Liverpool, Ajax) o fanées (Aston Villa, Tottenham, Sporting, Manchester City) o ancora un po' da Champions League (Marseille, Rosenborg, Fenerbahce, Wolfsburg, Basel, PSV Eindhoven, Molde). Dunque un bel mix di antico e di moderno.

Fase finale (14-25 marzo 2012) nei fascinosi stadi minori della periferia di Londra: il Langtree Park stadium di St Helens (piccolo tempio del rugby), il Griffin Park di Brentford, il Cobham Ground dove si allena il Chelsea e il Matchroom Stadium di Leyton Orient. L'Ajax polverizza il Liverpool (6-0) e va in finale da grande favorito, avendo tra l'altro rifilato un rotondo 3-0 al Barça ai quarti in Catalogna. Noi battiamo in modo convincente il Marseille per 2-0 [vedi la partita qui]. Forse non è un caso che siano arrivate in finale due squadre che hanno vivai tra i primi al mondo: in questo, va ammesso, la gestione Moratti è lungimirante.

Tra i 28 ragazzi scesi in campo (più un'altra dozzina in rosa) in un tiepido e soleggiato pomeriggio primaverile inglese quanti ne rivedremo nei tornei maggiori, sia nazionali sia internazionali? Forse due o tre. Mi arrischio a fare un nome: Daniel Bessa, un brasiliano di origini italiane, naturalizzato. Lo dico con tutto il rispetto dovuto e senza l'intenzione di bestemmiare: mi ricorda, mutatis mutandis, Gianni Rivera. Stessa morfologia (l'Abatino 175x68, il giovane 173x65), stesso piede, stessa ampia visione di gioco, lanci lunghi precisi, assist di taglio e in verticale, e senso del gol [vedi schede 1, 2, 3]. I nesci attuali lo paragonano chi a Pepito chi a Wesley: a vederlo giocare ieri pomeriggio mi ha invece ricordato il Gianni del 14 novembre 1973, in una delle sue più belle partite di sempre, a Wembley contro l'Inghilterra, una partita di lotta e di governo a ritmi altissimi, senza Lodetti alle spalle (vedila qui). Come è costretto a fare oggi Bessa, che come il Mandrogno giovane gioca da falso centravanti, grazie all'intuizione di Andrea Stramaccioni, l'attuale allenatore della Primavera della Beneamata. Staremo a vedere: pare che il punto debole sia il carattere; ma ieri sembrava un veterano; ne ha prese e ne ha date per due ore, senza risparmiarsi nulla.

Azor

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Internazionale - Ajax 1:1 (6-4 ai rigori)
25 marzo 2012, Matchroom stadium, Leyton Orient
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