La prossemica e lo stile di Michel Platini e Gianni Agnelli |
Non è dunque un caso che le maglie della Juventus vestano ricorrentemente la tricromia nazionale a rivendicare la tradizione. Né che la squadra abbia riavviato un ciclo ripartendo da un nucleo di campioni e di giovani giocatori italiani. La Juventus non è solo la Vecchia signora ma anche la Fidanzata d'Italia.
La tradizione passa però anche attraverso la lingua, come ci insegnano gli storici, i linguisti e gli antropologi. La squadra porta un nome latino: juventus ("gioventù, giovinezza"). E sul latino ha apparentemente investito anche negli ultimi anni: dapprima festeggiando il suo centenario nel segno dello Juvecentus, un neologismo opinabile ma originale; si è poi data uno stadium ("stadio, lizza, arena per la corsa a piedi") e infine, inaugurato in questi giorni, anche un museum ("luogo sacro alle muse, accademia, biblioteca").
Concetto Marchesi (il latinista, senza parentela alcuna con il più noto Rino) si sarebbe probabilmente incuriosito per queste insistite ricorrenze. Ma avrebbe presto capito che esse non si rifanno né a un purismo classicista né alla tradizione italica. Rappresentano invece una concessione alla povertà di questi tempi dominati culturalmente dagli economisti (con i bei risultati che soffriamo nel nostro portafoglio e nel nostro futuro), di cui è triste specchio il gergo finanziario e aziendale farcito di anglismi. Come pronunciano gli stessi protagonisti, e come amplificano le provinciali trombe mediatiche, la Juve si è data infatti non uno stadio ma uno stédium, non un museo ma un musìum (e dire che, per la lingua inglese, stadium e museum sono dei latinismi ...).
La prossemica e lo stile di Giorgio Chiellini e Lapo Elkann |
E' nei fatti che proprio nel momento in cui la dirigenza juventina rivendica la tradizione italiana si stia creando uno iato tra l'identità nazional-popolare della squadra (riassunta nel riscatto dalla questione meridionale che per generazioni di nostri connazionali originari del Mezzogiorno il tifo per la Juventus vincente ha saputo rappresentare, non solo a Mirafiori ma anche nei paesi del sud più profondo) e la prospettiva culturale che l'impoverimento linguistico prospetta.
La Juventus è ormai pionieristicamente avviata, in Italia, a valorizzare il brand sfruttando asset come le recenti location ... A costi culturali e - alla lunga - identitari non indifferenti. Quale sarà la riconfigurazione di senso conseguente al tifo per una squadra che non parla più la nostra tradizione? La risposta probabilmente è già stata data: la FIAT ha abbandonato e sta abbandonando gli stabilimenti italiani e meridionali. Una prefigurazione: si punta al tifoso consumatore globale (che risieda in Canada o in Indonesia è indifferente). L’importante sarà “fidelizzarlo”.
Azor