10 giugno 2012

Buona la prima e senza stecche (o quasi)

Al cospetto delle loro maestà pallonare cresciute alla corte di Guardiola, i nostri operai della sfera di cuoio non hanno affatto sfigurato. Sapevamo che la Spagna è più forte e sapevamo che avremmo dovuto giocare in undici dall'inizio alla fine per non uscire con le ossa rotte da questa partita. L'abbiamo fatto. O quasi.

Il Cesare nazionale presenta uno schieramento senza paura e con molte incognite: Giaccherini esterno in un centrocampo a cinque (cinque veri, non come quelli che si sbandierano troppe volte a sproposito nel nostro campionato) è una scommessa vinta solo in parte. Recupera tanti palloni, ma non riesce a coprire, specie nel secondo tempo quando cala fisicamente; De Rossi a fare il centrale della difesa a tre è risultato un autentico capolavoro, ma forse il capolavoro è De Rossi stesso; Cassano e Balotelli non avevano mai giocato insieme dall'inizio in una partita di questa importanza e l'esperimento secondo me ha funzionato bene; Tiago Motta, per quanto mi riguarda, potrebbe giocare a bocce alla casa del popolo di Tripetetolo e credo che nessuno ne sentirebbe la mancanza (perché toglierlo solo a tre minuti dalla fine con gli spagnoli che da almeno venti ci stavano stendendo l'asfalto sul centrocampo?).

Mario Barwuah Balotelli
In ogni caso la Spagna è sorpresa dal nostro inizio. Il giochino di barcelonesca memoria non riesce: gli azzurri sono eroici su ogni pallone, non perdono mai la posizione e non sbagliano un movimento senza palla. I proff. Xavi e Iniesta (ai quali non sarò mai grato abbastanza per giocare così a calcio) non sanno che pesci pigliare e la Spagna rischia un paio di volte. Anche noi, ma contro questi si sa, qualche rischio si corre sempre. Allo scadere Cassano tira fuori dal cilindro un cross maraviglioso e il pino silvestre Tiago Motta gira di testa a Casillas dopo avergli mandato un'email nella quale gli descriveva la traiettoria che avrebbe fatto il pallone. Casillas ringrazia e para senza manco sporcarsi la muta.

Il secondo tempo è un'altra musica; andiamo in affanno perché il fiato comincia a calare e con esso cala la lucidità. Non teniamo più le posizioni come nel primo tempo e i funamboli del Re cominciano ad affondare pericolosamente. Barcollo ma non crollo. E infatti al loro primo errore supermariobros si invola verso la porta e invece di tirare una saetta delle sue si addormenta inspiegabilmente e si fa recuperare. Incredibile. Il Cesare lo toglie (più per l'ammonizione rimediata nel primo tempo che per l'errore sotto porta, secondo me) e inserisce l'inossidabile Totò. Due mesi fa il bomber dell'Udinese non sperava nemmeno di partire per la Polonia e in segno di ringraziamento sfrutta una verticalizzazione di Pirlo (magnifica, ce l'avrò negli occhi per parecchi giorni ancora) e trafigge Casillas: 1-0! Partita stravinta se solo Eupalla non fosse bizzosa con il colore delle nostre maglie. Si perché dopo tre minuti subiamo un gol pazzesco. Intendiamoci, Silva ha fatto un assist geniale e geniale è stato il movimento di Fabregas (sistematicamente scambiato per Alonso da Bruno Gentili, augusto telecronista RAI), ma quel tipo di azioni il Cesare le avrà mostrate almeno cento volte al giorno agli azzurri per far capire loro come segna il Barcellona e cioè la Spagna che ne è la copia più muscolare.

Unica stecca del cittì, al quale rivolgo il solito ringraziamento perché è il più bravo in questo mondo di furbetti tutti chiacchiere e distintivo: ma Motta, doveva restare in campo fino all'87' o si poteva togliere dopo trenta secondi dall'inizio della partita? Io spero mi smentisca, ma mi sa tanto che costituirà una bella zavorra per il nostro centrocampo. Certo, se l'alternativa è Montolivo.... allora lunga vita a Motta!

Cibali