6 giugno 2012

Europei senza sorpresa

Col senno di poi, la storia del Campionato delle Nazioni d'Europa ha riservato poche vincitrici a sorpresa. Tutte le edizioni sin qui disputate hanno epigrafato nell'albo d'oro nomi di nazioni calcisticamente plausibili, con due sole eccezioni. Anche gli archeo-europei del '60 e del '64, andati a Russia e Spagna, premiavano tradizioni più che rispettabili, e compagini ricche di autentici campioni. La Cecoslovacchia del '76 fu inaspettata nel contesto, perché Olanda e Germania erano teoricamente più che dominanti. Ma i cechi vantavano una scuola ancora capace di sfornare (ogni tanto) una generazione di pedatori all'altezza del passato, e il loro blasone era comunque garantito dalla presenza in due finali mondiali (1934 e 1962). Le vere sorprese arrivarono nel 1992 (Danimarca) e nel 2004 (Grecia). Tornei giocati, rispettivamente, nel fresco del nord (Svezia) e nell'umido vento di scirocco dell'Atlantico (Portogallo): facile notare che il clima poté favorire le due vincitrici. Caddero, quelle competizioni, in anni caratterizzati dall'assenza di signorie eupalliche riconosciute e indiscutibili; la Germania del '90 non aveva entusiasmato ed era in fase nettamente calante (solo la brutale uscita dai mondiali americani con la Bulgaria avviò un minimo ricambio generazionale), dal torneo era assente l'Italia; Francia e Inghilterra uscirono già nel girone (fatte fuori da Svezia e Danimarca: un girone che, per tre quarti, si ricompone ora identico nel cartellone di Kiev e Donetsk); l'Olanda milanista, favorita e detentrice ma reduce da un mundial peggio che deludente, fu eliminata dai danesi in una delle due entusiasmanti semifinali. La storia della Grecia nel 2004 è fresca negli occhi di molti: arcigni e impostati con baricentro bassissimo da Rehhagel, i greci beffarono due volte il Portogallo (nel girone e in finale) e logicamente alzarono la coppa.

Delle sedici in lizza quest'anno, solo sei nazionali si trovano nelle stesse condizioni (palmarès bianco) di Danimarca e Grecia all'altezza storica delle due edizioni ricordate. Polonia e Ucraina, nonché Croazia, Portogallo, Irlanda e Svezia non hanno mai scritto date solenni da ricordare nel loro calendario calcistico nazionale. L'Ucraina, per il vero, va tenuta in considerazione solo per i vent'anni e poco più di indipendenza politica e calcistica, e lo stesso discorso vale per la Croazia. La Polonia non sforna un gruppo di giocatori di spessore continentale dai primi anni '70. Il Portogallo è, come sempre, un'incognita: ricco di talento e di talenti poco inclini a dare il meglio con la continuità necessaria alle brevi distanze di questi tornei. L'Irlanda ha indubbiamente connotati simili alla Grecia di otto anni fa, a cominciare dalla testa, perché all'orgoglio s'aggiungeranno la tigna e l'esperienza inarrivabile del Trap: difficilmente usciranno sconfitti da ciascuna delle tre partite di qualificazione senza far spremere agli avversari di turno litri e litri di sudore. Ma anche in caso di clamorosa qualificazione ai danni di Italia (possibile) o Spagna (improbabile) o Croazia (probabile), gli irlandesi non riusciranno a scavalcare i tre ostacoli eventualmente rimasti davanti a loro: rende quanto meno complicato pensarlo la qualità tecnica complessivamente scadente della squadra, destinata a incidere più di tattica, agonismo e atletismo con l'avanzare del torneo. Delle sei, riterrei a naso più accreditabile la Svezia. Potrebbe vincere il girone e vedersela con il soddisfatto Trap nei quarti: semifinale assicurata. Ma non credo potrà poi andare oltre.

D'altra parte - il punto vero è questo - c'è una squadra pronosticata sopra ogni altra, ed è naturalmente la Spagna, allo stato detentrice di tutto ciò che è possibile detenere. Per molte ragioni più che condivisibili. Il gruppo 'storico' è ancora lì, la rosa non è ancora eccessivamente sfiorita sul piano anagrafico. Tutto, nel suo gioco, è virtualmente consolidato e funzionale, con la sola possibile debolezza dipendente dalla mancanza di un alter ego di David Villa: chiunque sarà il prescelto (Torres o Llorente o Negredo), non ne avrà le medesime caratteristiche. La Spagna prenderà lentamente il possesso del torneo, liberandosi via via delle possibili ruggini e riacquistando piena fiducia e padronanza di sé. Penso se la vedrà con Germania o Francia o Russia (la più solida fra quelle del blocco orientale). Italia e Inghilterra sono serissime candidate a fallimenti tragicomici; l'Olanda credo sia un po' sopravvalutata, come tutti i suoi presumibili e presunti e cosiddetti top-player (in primis Sneijder e Robben).

Le roi souriant
Ma un 'triplete' ispanico pare davvero impresa ardua, nonostante il responso (fondato sulla logica e sull'analisi comparativa delle forze in campo) della tecnomanzia. Punto sulla Francia. Ai rigori, contro la Germania, nella finale di Kiev, domenica 1 luglio 2012. Potremmo così immortalare ancora una volta, ma per la prima volta - da quando è sul trono dell'UEFA - con una coppa fra le mani da lasciare nelle mani dei suoi, le roi souriant.

Mans