7 giugno 2012

Europei senza sorprese?

Impeccabile l'analisi delle tradizioni storiche e pedatorie sciorinata da mans. Proverò pertanto ad argomentare in modo diverso e assai più pedestre.

Le favorite sembrano essere sostanzialmente tre. La Spagna lo è di diritto, come detentrice e campione del mondo in carica. Se all'hidalgo Vicente del Bosque González, I marqués de Del Bosque (come da Real Decreto del 2011), riuscisse l'impresa raggiungerebbe nell'empireo dei selezionatori Helmut Schön, l'unico capace di vincere sia gli Europei (1972) sia i Mondiali (1974). Ma giocano contro vari fattori: numeri e cabala innanzitutto, che rendono davvero arduo ipotizzare un triplete 2008-2010-2012; l'appannamento fisico dei volantes iberici (a cominciare dagli sfiatati Xavi e Iniesta); la prevedibilità tattica del tiqui-taca, che ormai tutte le avversarie conoscono (non a caso Cesare nostro sembra orientato a opporgli ben sei centrocampisti, con De Rossi center-fullback e una linea da 5 a fare densità); alcune assenze pesanti a cominciare da quella dell'unico vero delantero David Villa; etc.

La Germania è invece favorita d'obbligo per tradizione e condizione. La storia la vuole sempre presente fino in fondo, tranne rare cadute di tono. La cabala dice anche che sono ormai 16 anni che non vince un trofeo. Spagna, Italia, Francia e persino la Grecia hanno fatto meglio di recente (insieme al Brasile). Dunque gli stimoli sono altissimi e il parco buoi di buona qualità. Oltretutto giocano in territori che erano un tempo (anche sinistramente recente) di loro proiezione, di cui conoscono bene i favori e le insidie metereologiche. Però sembra tutto troppo scontato. Vedremo se Eupalla sarà favorevole o ancora bizzosa.

L'Olanda è favorita di stima, anche per non lasciare i fari accesi solo sulle due finaliste del precedente torneo. Ma non mi convince molto perché non ha i campioni della Spagna e nemmeno i giovani talentuosi della Germania. Temo sia un'incompiuta come i suoi mezzosangue. Dovessi limitarmi a queste tre, direi: 50% Germania, 35% Spagna, 15% Olanda.

Roy Hodgson, meglio noto come Benny Hill
Viene poi un terzetto di incognite. Ci metto l'Italia per affetto verso Cesare e i nostri colori e per la passione e la riconoscenza che mi muovono giocatori come Pirlo e Buffon. Vedremo se questo blocco juventino vale davvero il podio internazionale o se è buono solo nei pascoli di casa. L'impressione però è che l'hapax sia alle spalle nella bella annata 2011 chiusa dai tronchesi di Igor. L'Inghilterra è il solito spasso (il "Time" in edicola titola sobriamente in copertina: The tragedy of English Football), accentuato dalla scelta di mettere in panca Benny Hill, ma mi piacerebbe che andasse il più avanti possibile, nonostante la mesta broccaggine dei suoi ronzini, perché potremmo vivere un'epopea di irresistibile gaudio. Aggiungo la Francia, che ha abbassato la spocchia dopo le scoppole degli ultimi dieci anni, ma che presenta un allenatore di qualità e qualche giovane galletto interessante. Percentuali? Un 10% i cugini e noi, un 5% per gli albionici.

Quel che mi auguro davvero è che venga fuori - in un clima generale di crisi economica e politica dell'Unione (?) - una sorpresa. E guarderei all'Est: alla Russia, in primo luogo, che si affida a uno dei pochi allenatori che si presenta al torneo con una VQA di fascia A, e ad alcuni bei giocatori di talento; alla Cechia poi, se non altro perché gioca a pochi passi da casa e a latitudini e climi che conosce come poche altre, e perché arriva un po' in sordina; meno alla Croazia, che mi sembra in disarmo e a fine ciclo. Leggo che i polacchi sono molto fiduciosi di far bene, affidandosi al trio dei campioni della Bundesliga. Meno pronti appaiono invece gli ucraini, in tutti i sensi, infrastrutturali, politici e tecnico-tattici (anche se hanno mostrato delle belle gnocche senza veli). Metto una fiche su Russia e Cechia, pertanto: più o meno al 5%-10%.

Il resto è mancia, come si dice, e si limita alla speranza di spunti e petardi: Ibra che si riaffaccia in una competizione di vertice dopo il tacco con cui pasquinò Buffon e dopo l'incolore mondiale del 2006; Ronaldo che scorazzerà come sempre senza risultati tangibili anche sui prati delle pianure orientali; il Trap che ci farà morire dal ridere come sempre con la sua simpatia (lo show è già cominciato a Montecatini, tra gatti nel sacco, montagne della luna, toccate scaramantiche, etc.); dei danesi non so che dire, davvero, a parte il bel ricordo che conservo del prolungato e smagliante tramonto con cui Morten Olsen chiuse la sua carriera di giocatore. Lascio ultimi i greci perché il mio sogno è vederli ai quarti contro la Germania dell'Angelona.

Celebrata la tecnomanzia come il Maestro ci ha insegnato, non mi sottraggo al pronostico. Col simulatore mi esce fuori una semifinale tra Russia e Spagna e un'altra tra Germania e Italia. Tradizione vorrebbe che metteremmo sotto i todeschi, mentre dall'altra parte la sorpresa sarebbe la Russia. Finale inedita: per scaramanzia dico Russia.

Azor