10 giugno 2012

Karagounis non aver paura…

La nazionale danese ai Mondiali del 1986: Morten Olsen ne reggeva il gagliardetto
Sono contento per Morten Olsen, allenatore la cui fascia, giusta i criteri eupallometrici vigenti, si trova da qualche parte fra la Q e la Y. Sono contento perché Olsen era un pilastro della nazionale danese annata ’84, che mi aveva proprio fatto innamorare e che quella volta, in Francia, quasi arrivò in fondo. La Danimarca di Piontek aveva molto più talento di questa, buona quasi solo a far pressing e in evidente imbarazzo nel costruire l’azione, con disimpegni mediamente da infarto. Non so se farà strada: ha troppi limiti, a cominciare da quel paracarro di Bendtner là davanti. Però contro i gallinacci frisoni, convinti di passeggiare, è bastata l’applicazione. Agger e Qvist su tutti, secondo me. Dell’Olanda, notevoli solo le figuranti vestite da olandesine in tribuna: il Van Persie di oggi avrebbe potuto tranquillamente aggregarsi. A proposito di tifose, il primo dei tre derby slavi nel girone gn (come gnocca) se l’è aggiudicato la Santa Russia. La Russia è la stessa di quattro anni fa, quando – alieni spagnoli a parte – aveva sciorinato il fùtebol più gradevole del mazzo. Gioca allo stesso modo, ma ha più alternative in attacco, anche se Keržakov mi pare un personaggio alquanto belanoviano: Pavljučenko e Pogrebnjak a me non dispiacciono affatto, anche partendo dalla panca. Poi finalmente gioca titolare fisso il primo portiere russo che mi appassioni dai tempi del tartaro Rinat Fajzrachmanovič Dasaev: Malafeev è un freddo. Vedremo.

Per il resto, la Polonia non è pervenuta, nonostante l’espulsione molto generosa di Socrate Papastathopoulos. Mi spiace per Zmuda, che tanti anni fa planò in B con me, Juary, Mondonico e Domenico Luzzara. La Grecia si batte (partitone di Katsouranis): ma De Gregori aveva torto sull’importanza relativa dei calci di rigore. È anche da questi particolari che si giudica un giocatore: così Karagounis resta un buon giocatore, non di più. Portogallo-Germania, devo dire, mi ha un po' annoiato. Nella Germania gioca ancora qualche tedesco, ma si sa che il ventricolo sinistro dell’Europa ipercarolingia è la Francia. Il Portogallo ha confermato il vecchio adagio, secondo il quale lusitano + centravanti produce inevitabilmente adynaton. Nota finale sui telecronisti RAI. Gino Lollobrigida, cialtrone ben noto a noialtri guardoni dei campetti di Lega Pro, ha dilatato all'inverosimile il concetto di lettura: si può leggere la situazione, il passaggio, lo schieramento difensivo, la traiettoria, il labiale dei compagni di squadra che vaffanculeggiano ad invicem. A leggere ripetutamente il cognome Plašil, invece, si rischia di ingoiare la lingua: per questo gli hanno affiancato Collovati. Tra le perle di quest’ultimo, ne segnalo una di stasera su Kroos: «A ventidue anni è già un ragioniere». E quinci sian le nostre viste sazie.

Alviero