24 giugno 2012

Keep calm and touch the balls

Benny è ormai una divinità tra i sudditi di sua maestà
Leggo sul Guardian di oggi che secondo tale Marcus Christenson l’attacco Balotelli-Cassano «is arguably the most explosive in the history of Gli Azzurri». Mi chiedo quale sia l’età del pennivendolo suddetto: volendo essere generosi, il concetto di esplosività è molto relativo. Da parte sua Marione, in conferenza stampa, ridacchia quando gli chiedono se per il compagno di squadra Hart sia un vantaggio aver presente il suo modo di giocare. Evidentemente conosce il suo pollo. Mi consolano molto i discorsi di Prandelli sulla necessità di non far giocare gli inglesi, nonché l’elogio del loro ritmo. Gli scribacchini inglesi si beano del complimento, che trasuda luciferina ipocrisia. Quanto a ritmo, francamente, la Benny Hill Band non è la nazionale bianca più indiavolata che si ricordi. La prima osservazione invece è sincera, ma più che timore denota lucidità. Cesarone sa bene che bisogna aver pazienza e aspettare: se l’inglese vuò fa l’italiano faccia pure, cà nisciuno è ffess; vengano pure loro, se vogliono. Poi, certo, un conto è la teoria e un altro la pratica, anche considerando che la broccaggine dei nostri center-backs eguaglia quella del loro estremo difensore. A questo proposito, spero bene che Marione e Fantantonio sappiano che è loro sacro dovere immolarsi centralmente sui reticolati dei tommies, affinché Proença ci conceda di piazzare il mortaio a distanza acconcia almeno un paio di volte, sperando che bastino. Pirlo a parte, spero che i mani di Gbfc mi perdonino il dérapage nell’eresia cestistica se mi vien da citare una massima di Dan Peterson: «Aprire la scatola con tiro da fuori».

Per il resto, tutto come da copione: Lara Croft ha castigato la nazionale boemo-morava più scarsa di sempre (uomo-simbolo Jiráček, trottolino lungocrinito che da noi farebbe fatica a giocare titolare nell’Atalanta o nel Siena) e drammaticamente a corto di fiato nel secondo tempo. Per l’esultanza ingobbita di Angelona Steatopigia, la Wehrmacht ha passeggiato sulle rovine di Sparta, complice Saponetta Sifakis (leggasi l’esemplare ritratto dello sventurato di Cibali) a partire – si badi – dal tiro parabilissimo di Gongolo Lahm. L’Afrancia ha subìto impotente la sonnacchiosa corrida organizzata dal Duca-Conte, banderillero e matador Xavi Alonso. Comunque vada stasera, non sarà una novità clamorosa: ad ogni buon conto, come si dice, keep calm and touch the balls.

Alviero