25 giugno 2012

L'Italia è la sorpresa. Ma per chi?

L'italico vizio atavico di uscire di sintonia con se stessi si ripete puntualmente, sia che si tratti di cose gravose sia che si tratti di quelle più amene. Siamo inclini a sottostimarci quando siamo bravi e a sopravvalutarci quando non lo siamo affatto. E' la nostra storia, c'è poco da fare. Oggi mi sono svegliato e ho letto i giornali (sportivi e non). Cosa vi ho trovato? L'esaltazione del gruppo, la magnificazione dell'allenatore, l'entusiasmo per una nazionale vincente e meritatamente alle semifinali del campionato d'Europa. Ma non mi scordo quanto quegli stessi commentatori scrivevano prima della spedizione polacco-ucraina e non mi scordo lo scetticismo che circondava la nazionale prima della gara d'esordio contro la Spagna. Siamo un paese di carristi. Il carro dei vincitori è sempre pieno, non trovi un posto libero nemmeno a pagarlo oro. Ma mai una volta che qualcuno facesse la prenotazione in anticipo! In molti oggi hanno scritto sulla carta stampata e su internet che siamo una meravigliosa sorpresa. Sorpresa per chi? E sorpresa di che? Si scordano troppo facilmente, questi signori la cui ignoranza calcistica è pari solo alla loro presunzione, che noi siamo la nazionale europea più vincente di sempre. Che da sempre tutti ci criticano per poi copiarci spudoratamente e Benny Hill è solo l'ultimo degli epigoni in ordine di tempo. Le vedono, questi fenomeni, le partite delle nostre nazionali giovanili o no? Perché è lì che si vede se la cultura tattica di un paese è avanti o indietro e lì vinciamo sempre, o ci si va molto vicini. La verità è che la Champions League ha offuscato le menti di parecchi commentatori, aggrappati allo schermo quando giocano Ronaldo e Messi e smemori che il calcio è altrove. Altrove si costruiscono le fortune petadorie di una nazione, la Germania ne è un buon esempio avendo da almeno dieci anni introdotto regole che esaltano i vivai e avendo investito montagne di soldi nei serbatoi giovanili delle società, lasciando infine al solo Bayern la licenza di investire quattrini per acquistare campioni di fama: e di fatto il campionato lo vince da due anni di fila il Borussia Dortmund (il Bayern spende assai meno delle iper indebitate Barcelona e Real Madrid).

Ora sotto coi crucchi. Per loro giocare contro l'Italia è come andare dal dentista, ma quest'anno possono batterci. Sarà una partita bellissima e possiamo uscire, ma se sconfitta sarà, e ne dubito assai, sarà a testa altissima. Su questo non ho dubbi. E non ho dubbi perché l'Italia è la nazionale più logica di tutto il torneo. Non abbiamo venti giocatori forti come la Germania, non abbiamo Iniesta accanto a Xavi (abbiamo Montolivo accanto a Pirlo) come la Spagna e non abbiamo un Cristiano Ronaldo. Abbiamo però un allenatore, criticatissimo alla vigilia di Italia-Inghilterra dagli ingnoranti della stamperia nazionale, che sta almeno due spanne sopra tutti gli altri e questo, alla fine dei giochi conterà parecchio.
24 giugno 2012, Olimpiyskyi, Kyiv
Andrea Pirlo uccella Hart e decide la sfida ai rigori
Rispondo infine al confratello Mans: sono totalmente d'accordo su Pirlo e non solo come facitore di gioco. Il rigore di ieri è stata la chiave dell'intera sequela dal dischetto. Se non avesse avuto il colpo di genio non solo di calciarlo così, ma di farlo in quel preciso momento, dopo l'errore di Montolivo, avremmo probabilmente subito un'atroce beffa. Quello sberleffo meravigliosamente eseguito ha innervosito Johnson e gli ha fatto sparare una cannonata sulla traversa. Cole poi, ha calciato come i mancini calciano di solito, ma molto peggio. Buffon è Buffon. Tutto il resto è Danzica!

Cibali