10 giugno 2012

L'esordio, fra Collovati e Pasolini

Ieri ero in campagna. Mi sono seduto sul divano in attesa dell'avvio di questo europeo che si annuncia pieno di sorprese sportive e non solo ('gnerà vedere come va a finire la storia Julija Timoshenko). C'era un po' di Italia nella cerimonia d'apertura dato che a curare la coreografia è stato l'ormai celebre Marco Balich (già precettato per le prossime olimpiadi londinesi). Bella la coreografia, bravi i ballerini e bravi pure i tifosi che si sono improvvisati figuranti producendo un effetto magnifico nel creare tutte le bandiere dei Paesi partecipanti.

Poi sono entrati i giocatori in campo e l'arbitro spagnolo ha fischiato l'inizio. L'europeo è iniziato e la Polonia è partita fortissimo. D'altra parte il talento in quella squadra c'è e Smuda è una vecchia volpe. Ha affondato sulla destra fino quasi a stuccare, il copione non è cambiato per tutto il primo tempo e la Grecia è andata in affanno sino a subire il gol (ma la difesa dov'era?) del solito, straordinario Lewandowski. Poi c'è stata l'espulsione, tutta inventata dal grottesco Velasco Carballo, di Papastathopoulos. Morto un papa... e infatti entra, nel secondo tempo Salpingidis. Ora, il calcio si sa, di solito è un'opinione, ma mica sempre. Il tecnico portoghese della Grecia aveva lasciato fuori l'attaccante del Paok preferendogli il giovane, fresco parmense, Ninis (già battezzato, con notevole temerarietà, il Messi del Peloponneso). La mossa era parsa subito scriteriata. Ha rimediato Fernando Santos nel secondo tempo e i risultati si sono visti subito. Intanto Samaras ha potuto fare l'unica cosa che sa fare: l'attaccante senza doversi ammazzare per compattare un centrocampo fermo come un castagno nei prati casentinesi. Poi lo stesso Salpingidis ha fatto vedere che i suoi trent'anni suonati (classe '81) non sono un ostacolo insormontabile. La partita è cambiata e si è visto quello che già si sapeva: gli europei di calcio sono un torneo difficilissimo, dove la squadra sulla carta più debole può vincere contro la più forte, perché la differenza c'è, ma non è così marcata.

Ma l'esordio ha lasciato in chi scrive scorie che con l'evento sportivo non c'entrano. Abituato alle telecronache sky, mi sono accomodato dinanzi al televisore convinto che la RAI potesse garantire un commento di alto livello, d'altra parte i maestri veri sono venuti tutti da lì. Macché. Il bravo Gianni Cerqueti è stato affiancato, come già accaduto in alcune gare della Champions League, da Fulvio Collovati, ruvido stopper di bearzottiana memoria.

La Nazionale di Pier Paolo Pasolini. Sì, il secondo in piedi da sinistra è il Bisiaco
Pier Paolo Pasolini era solito dire che la cultura, quella vera (non l'erudizione che è ben altra cosa), si trova solo fra le persone umilissime, quelle ignote ai più, quelle costrette a sudare e sputare sangue per sbarcare il lunario. Poi la si ritrova a livelli alti, fra quei pochi grandi uomini e donne che con molta approssimazione siamo soliti chiamare "intellettuali". Nel mezzo c'è un magma di gente che crede di essere colta, ma che di solito  è solo ignorante, arrogante e volgare. Ho sempre condiviso questa affermazione. Ma che c'entra col calcio? C'entra eccome. Nel calcio ci sono molte persone che lo seguono e lo conoscono molto bene. Di solito sono quelli che a calcio non hanno mai giocato davvero (gli umili). Arrigo Sacchi, colui che ha rinnovato questo sport più di chiunque altro negli ultimi trent'anni, a calcio non ha mai giocato seriamente. Mourinho, la cui simpatia è pari a quella di un gatto che ti si attacca alle parti nobili, è uno che il calcio lo conosce benissimo e vince, ma non ci ha mai giocato davvero. Se guardiamo gli allenatori del nostro campionato, notiamo che quasi tutti hanno giocato a calcio, ma non sono mai stati campioni (Allegri, Conte, Zeman ecc.). Insomma, per conoscere il calcio, non bisogna averci giocato ad alti livelli. Anzi, spesso ciò costituisce, a mio avviso, un limite.

Collovati, non ce ne voglia, è simpatico quasi quanto Mourinho. Azzarda pronostici in corsa: al 3' del secondo tempo ha detto che la Grecia non avrebbe mai potuto far male alla Polonia dalle fasce. Zac! Gol di Salpingidis con discesa sulla destra e cross perfetto; elargisce consigli a piene mani a professionisti nel pieno della carriera: ha bacchettato il portiere polacco perché "non doveva assolutamente uscire su quel cross". Figurati, doveva restare in porta con palla che spiove nell'area piccola; è sempre sulla voce di Cerqueti tanto che a volte non si capisce quello che dice uno né quello che cerca di dire l'altro. In generale la telecronaca moderna tende a dare una enorme mole di informazioni allo spettatore nei tempi morti per poi tornare elettrica durante il gioco. I nostri eroi, impazienti di dire ognuno la sua, parlano a valanga durante il gioco per poi quasi tacere nelle pause. Mah... Confido in Bizzotto.

L'europeo è iniziato bene, si vedranno belle partite, ma più ne vedo (e sento la telecronaca) più non vedo l'ora che ricominci la serieA, almeno potrò sentirmi il commento di Maurizio Compagnoni e Antonio Di Gennaro.

Cibali