13 giugno 2012

Le bestie e il bello

12 giugno 2012, Stadion Narodowy, Warszawa
Jakub “Kuba” Blaszczykowski festeggia lo splendido goal del pareggio con la Russia
È già successo, succederà ancora. Fuori dallo stadio (a cavallo del ponte sulla Vistola), va in scena l'ampiamente pronosticato, il quasi immancabile pestaggio fra (neanche troppo sparute) orde di decerebrati russi e odiosi nazistoidi polacchi con velleità di rivincita di un paio di conflitti mondiali (e il commento tecnico (!) del Collovati Fulvio a completare il quadro, con quelle immense notazioni da guerra fredda – “i sovietici riprendono campo”, i “sovietici ora comandano il gioco” – che gridano vendetta al cospetto di mamma Rai e di papà canone). Sul prato del Nazionale di Varsavia una partita vibrante, ricca di emozioni (e di pestoni, ma qui secondo le regole). Uno scontro che, specie nel secondo tempo, viaggia a ritmi assai sostenuti, fra la tecnica e l'organizzazione russe e i muscoli e l'orgoglio polacchi. Che di talento, fra le fila dei padroni di casa, ce n'è poco. Ma Eupalla, si sa, spesso premia il sudore (e quasi mai predilige gli spreconi o spocchiosi – chiedere, anche retrospettivamente, alla truppa oranje di Van Marwijk, a quella EgOland beffata in apertura da Legoland). E così, al 12' della ripresa, dopo aver visto i ragazzi di Zmuda sfiorare il baratro in almeno tre occasioni, plana docilmente fra le gambe rocciose di Jakub “Kuba” Blaszczykowski e il fresco campione di Bundesliga trova fosforo ed energie per incantare gli spettatori e far sognare un'intera nazione: il taglio sulla trequarti di capitan Kuba è micidiale, perfetto per traiettoria e scelta di tempo. Da manuale la coordinazione, fulmineo il leggero allungo della sfera sul piede sinistro da cui fa partire un tiro di interno-collo nell'angolo impossibile per Malafeev.

Il bello (il meraviglioso) di una brutta serata. Popolata da lugubri ceffi e inquietanti fantasmi. Da bestie già viste e dai soliti idioti. Fra questi c'era anche quel Cassano Antonio da Bari Vecchia che sarebbe opportuno imbarcare sul primo volo per Malpensa.

Degian