22 giugno 2012

Nebbia sulla Manica, classiche e classicismi

Steven Gerrard, l'uomo più temibile
della Benny Hill's Club Band 
Ero a Londra, martedì, e in un pub intitolato a re Enrico quinto di tal nome, verso le 7.45 p.m., ho potuto schiacciare un ristoratore pisolino, dopo un pomeriggio impegnativo assai. Non ho il tabellino del match sotto mano, ma mi par di ricordare che gli Albionici si siano affacciati dalle parti del mestissimo Pyatov con relativa pericolosità solo in un paio di occasioni (gol di Ciccio Rooney compreso). Buio pesto, per l'undici di Benny Hill (“smokey” è l'aggettivo che più spesso ho sentito venir fuori – insieme con altri irriferibili suoni – dai gargarozzi rinfrescati di birra dei sudditi di Sua Maestà).

Eppure, per un motivo almeno, li temo. Perché hanno dimostrato di saper rompere quasi sistematicamente il gioco degli avversari nella parte nevralgica dello scacchiere: la superiorità dei quattro di centrocampo, con l'eterno Gerrard superbo interditore e bravissimo a far ripartire le azioni, non è esattamente un buon viatico per la sfida di domenica. Serviranno i migliori Pirlo e De Rossi (fortunatamente, quest'ultimo, restituito al suo ruolo naturale da San Cesare da Orzinuovi), si richiederà a Marchisio una partita senza cali di concentrazione, e a Motta di svestire finalmente i panni del fantasma. Se i nostri, lì in mezzo, faranno il proprio dovere (o poco di più), e se l'assenza di Chiellini non peserà troppo, a parer mio la 23esima sfida Italia-Inghilterra possiamo metterla in cassaforte.

Quanto ai restanti incontri. Arrivo tardi sul pronostico di Portogallo-Cekia (che avrei clamorosamente fallito), appena in tempo per quello fra l'ἄλφα e l'ὦμέγα dell'Eurozona (dico Deutschland, senza esitazioni, vincente 3-1). Infine. La potenza spagnola mi pare tutt'ora (per quanto ancora?) debordante, benché dai galletti mi aspetti una resistenza tutt'altro che passiva: 2-1 per gli uomini di del Bosque, realisticamente.

Alviero