15 giugno 2012

Viva la SNAI

Gianluigi Buffon
Non c’è molto da aggiungere a quanto scritto dai confrères, se non che la storia distribuisce a ciascuno le sue bestie nere. La nostra non è solo la Corea. Nel dopoguerra, la Jugoslavia l’abbiamo spesso sofferta (per tacer del basket), rimediando anche scoppole clamorose: personalmente, del 4-1 del 1979 a Zagabria ricordo più che altro il per me allora buffo cognome Peruzovic, ma dicono le cronache che Safet Susic fece il bello e il cattivo tempo. Con la Croazia, nel corso degli anni, ci ha detto pure peggio, a dispetto di score meno eclatanti. Nel secondo tempo la squadra è progressivamente implosa: la decisione di Prandelli di giocare in dieci mettendo Montolivo ha sigillato il nostro fato. Quanto al fiato, era lì lì per esaurirsi, soprattutto negli esterni e in Giaccherinho (perso per perso, avrei tolto lui piuttosto che Cassano). Incorreggibile laudator temporis acti, non posso fare a meno di pensare che la coppia di commentatori Collovati – Righetti, gettata nella mischia, mai e poi mai avrebbe preso quel gol da oratorio. La specie dei difensori italiani si è estinta come i dinosauri dopo l’asteroide: i tristi epigoni alla Chiellini somigliano più al Moa che al T-Rex. E dire che questa non era certo la nazionale uscocca di più grande spessore tecnico mai vista. E adesso, Buffon, vatti a giocare l’over 2.5 su Italia-Irlanda, e prega che gli spagnoli siano ancora gente di sport: posto che tu, di questa parola, conosca ancora il significato.

Alviero