7 novembre 2012

Minimalia infrasettimanali

Turno di coppa. In programma alcuni sedicesimi di finale - andata e ritorno giocate a distanza di due settimane, nel cuore della fase a gironi. Responsi interessanti: il Malaga ha eliminato il Milan, il miedo escénico del Bernabéu non ha spento i ragazzi del Dortmund, Arsenal e Schalke confermano d'essere bizzarre e non poco (gli 04, dopo avere abbeverato i cavalli all'Emirates, sembrava volessero offrirsi inermi nella Veltins-Arena, ma poi hanno cambiato idea), e il buon vecchio Ajax è uscito imbattuto dal City of Manchester. Eliminato anche il Chelsea (ci stava), per la regola dei gol in trasferta. Clamoroso il rischio corso dal Barça, a vantaggio del glorioso Celtic: topica difensiva su corner (maglie larghissime, marcature risibili) e inedita (e scoordinata e pigra) svirgolata di Xavi Hernandez sulla trequarti, che libera allo sconosciuto Tony Watt, classe 1993, un corridoio più che sgombro verso il territorio presidiato (si fa per dire) da Valdes. Doppio due a uno, si andrebbe al partido de desempate. Si qualifica invece (virtualmente) la Juventus, cui sarebbe bastato lo zero a zero: sbigottiti, i corridori del Nordsjaelland hanno assistito alla rabbiosa sfuriata dei bianconeri che, avendocela su col mondo intero, si sono sfogati con loro.

"Oh Watt a night", titola lo scozzese Daily Record (qui)
In sostanza, la formula fa bene più che mai agli squadroni, cui la numerosità delle partite consente di mascherare magagne strutturali e affanni temporanei (ma che siano temporanei, si vedrà). L'unico praticamente fuori dai giochi è il City, che dovrà forse ripiegare sulla League Cup: al Mancio - da giocatore e da allenatore - le competizioni domestiche sembrano eternamente più confidenti.

Manuel Estiarte, mito della pallanuoto
europea
Post-partita al Meazza, martedì sera. Commenti. A tutti il fatto più importante è parsa la presenza in tribuna di Pere Guardiola e Manuel Estiarte (rispettivamente fratello-agente e addetto alle public relations del Pep). Avevano 'persino' pranzato con Galliani. Insomma, una situazione scabrosa e al tempo stesso appetitosissima per i cronisti Mediaset (e non solo loro). Si provi ad immaginare un uomo che ha parecchio lavoro da fare (tenere in piedi la casa, cucinare, fare la spesa); capita il giorno in cui gli tocca star fuori (bollette da pagare, figli da accompagnare, lavori di giardinaggio nella casa di campagna); la moglie va a pranzo con l'amante e poi se lo porta a casa, mentre il marito, appena tornato, pela patate e cerca di assemblare una cena decente. Così, ad Allegri, viene chiesto se e quanto la cosa gli abbia dato fastidio. Risponde evasivo. Roberto Bettega (l'invecchiato - ma non troppo - Penna Bianca) è in studio e prende le sue parti, ma anche quelle della moglie. All'amante "non si poteva negare l'accredito" e tenerlo fuori dallo stadio (pardon, dalla camera da letto). Nei secondi restanti, si parla di football. Per una volta, sono solidale con Max.

Il Milan, intanto, progredisce. Allegri sfodera progetti ambiziosi: una prima linea giovane, tecnica e leggera, sostanzialmente trendy. Combinano poco, i quattro (El Shaarawy, Pato, Bojan, Emanuelson); ma ancor meno De Jong. Giusto, proprio lui. Ci si domanda perché sbagli sempre la misura dei passaggi (troppo corti o troppo lunghi, troppo veloci o troppo lenti); viene in mente Marcello Desailly, il truce difensore centrale dell'OM che d'improvviso sbarcò a Milanello quando a tenere le redini c'era Don Fabio. A Don Fabio non interessava un centrale difensivo (era più che coperto), ma un interditore del gioco altrui nella fascia mediana del campo. Un inibitore. Un eliminatore (nel senso buono). Marcello si adattò, e imparò persino a toccare la palla. Metteva il piattone, giocava semplice e non sbagliava mai il passaggio né la misura. Rispetto a De Jong, Desailly valeva Liedohlm, e non è una bestemmia. L'unico De Jong su cui conveniva fare un pensiero è senz'altro Siem, ventitreenne capitano dell'Ajax (ieri sera ha uccellato Hurt due volte in un quarto d'ora o poco più). Promettentissimo.

Kévin Constant
Invece (ma che sorpresa) Allegri ha trovato il terzino sinistro. Già: il francese-guineano Kévin Constant. E' davvero un calciatore, e non un giocatore pakistano di hockey su prato, come lombrosianamente ero portato a ritenere. Ha solo 25 anni (per le abitudini milaniste, un enfant). Suo il delizioso, arquato  cross dalla linea di fondo inzuccato da Pato. L'inzuccata era facile, l'assist no.

Dopo di che, sulle antenne locali è stato un turbinìo di pronostici e profezie. Quante possibilità ha il Milan di arrivare al sorteggio degli ottavi? Certo, vincere a Bruxelles non sarà facile. Battere lo Zenith a San Siro difficilissimo. O viceversa. Unica cosa sicura: il Malaga mollerà. Venderà i tre punti ai russi (gli conviene); i giocatori non vedono lo stipendio da un po' (saranno alla fame, e poco motivati). E così via. Questo è il calcio (il nostro e quello altrui) visto da casa nostra. Non siamo provinciali; siamo patetici.

Champions League 2012-2013, sedicesimi di finale 
(fase a gironi, quarto turno: 6-7 novembre 2012)
Real Madrid - Borussia Dortmund 2:2 (and. 1:2) | Tabellino | HL
Milan - Malaga 1:1 (and. 0:1) | Tabellino | HL
Manchester City - Ajax 2:2 (and. 1:3) | Tabellino | HL
Chelsea - Schakhtar D. 3:2 (and. 1:2) | Tabellino | HL
Schalke 04 - Arsenal 2:2 (and. 2:0) | Tabellino | HL
Juventus - Nordsjaelland 4:0 (and. 1:1) | Tabellino | HL
Celtic - Bercellona 2:1 (and. 1:2) | Tabellino | HL

Mans