8 gennaio 2013

La selva chiara

I principali campionati europei sono giunti al loro giro di boa e il loro decorso induce a qualche riflessione. Parafrasando padre Dante potremmo dire che "nel mezzo del cammin" ci ritroviamo "in una selva ... chiara", viste come sono messe le cose in quasi tutte le competizioni.

Un paio di mesi fa - a un terzo di stagione - alcune situazioni mostravano ancora qualche margine di suspense [vedi]. Ora a me sembra che abbiamo già i nomi di tre delle prossime vincitrici: il Bayern in Bundesliga, il Barcellona in Liga e la Juventus in Serie A. Non occorre poi strofinare molto la palla di lardo per intravedere nella sua opalescenza anche quelli delle assai possibili vincitrici della Premier e della Ligue 1: Manchester United e Paris Saint-Germain. Solo la Juventus è una riconferma, le altre sono ritorni al vertice, peraltro nell'ambito di un'oligarchia europea ormai tristemente consolidata. Qualche spicciolo alla roulette rimane in mano al City e, forse, a Lione e Marsiglia.

9 dicembre 2012, Etihad Stadium, Manchester
Con 12 presenze Matija Nastasic è l'unico dei nuovi Citizens di
quest'anno ad aver giocato per più di 1.000 minuti in Premier finora.
Con 16 reti in 18 partite Robin van Persie si è dimostrato
uno dei migliori investimenti dell'era Ferguson
Vediamo più in dettaglio. In Premier hanno perso colpi lungo strada i Citizens e i Blues. Questi ultimi hanno dilapidato in un amen il capitale accumulato da Di Matteo in primavera: certo, il nostro aveva usato l'autobus a tre piani, piazzato in area e guidato a tempo pieno da un vecchio bucaniere come John Terry, e goduto delle ultime grandi zampate di Didier Drogba. Ora il povero Rafa Benitez si ritrova in una situazione analoga a quella vissuta con l'Inter dell'estate 2010: una rosa inadeguata (e logora assai) rispetto alle ambizioni del proprietario, fatta di pochi giocatori di qualità (Cech, Mata, forse Oscar), di alcune vecchie glorie (Cole, Lampard, Terry) e di una manica di ronzini (di cui sono eponimi Luiz e Torres); in pratica è una squadra da rifondare. Mancini invece ha probabilmente sbagliato il mercato estivo, un dato inusuale per uno dei migliori conoscitori di cavalli su piazza: ma certo Javi García, Nastasic, Maicon, Sinclair e Rodwell non si sono imposti come titolari, e la squadra si regge ancora su Kompany, Touré, Silva, Tevez e Dzeko. Sull'altra sponda sir Alex ha invece speso bene i suoi 30 milioni per Van Persie e - dopo 21 giornate - i numeri dicono: 17 vittorie, 1 pari e 3 sconfitte (con 54 gol fatti e 28 subiti) per i Red Devils, solo 13 vittorie e ben 6 pareggi (e 2 sconfitte) per i Citizens (ma solo 41 gol fatti contro 19); come paventavo a novembre, il Mancio ha nuovamente contratto la pareggite. Alle spalle, la tonnara vede attualmente profilarsi la pinna di Villas Boas, ma è difficile dire se durerà: Chelsea, Everton, Arsenal e WBA si dibattono nella stessa rete per un paio di posti a corte.

Spostandoci in Francia, il Pas Sûr de Gagner (PSG), zeppo di stelline e mezzoni, dovrà vedersela col doppio impegno (e il Valencia è avversario tosto assai agli ottavi europei) e potrebbe distrarsi: sarebbe esilarante se alla fine si imponesse il Lione (che vanta solo un paio di scartine come Gomis e Gourcouff e tanti volitivi ragazzoni neri) o il Marsiglia (che ha forse qualche spicciolo di qualità in più con i Valbuena, Ayew, Mandanda, etc.). Alla fine prevarrà probabilmente l'esperienza di Carletto Nostro.

La tonnara più interessante è certamente quella italica, con sei gamberi per un posto e mezzo (mezzo perché si sottovaluta che ad agosto il malcapitato potrebbe estrarre dall'ulna funeraria un Borussia Dortmund o un Arsenal). Se stessimo alle sensazioni attuali appaiono toniche Lazio, Napoli e Milan, in pausa panettone Fiorentina e Roma, in picchiata Inter. Ma in 19 partite tutto cambierà. E dunque vale più la qualità del gioco espresso: e allora Fiorentina e Roma sembrano avere le chance migliori a lungo andare; Lazio e Napoli, però, sono lì da anni e potrebbe essere davvero il turno Champions dei laziali, anche perché il Napule continua a non convincermi (troppo appeso com'è a Cavani e ai suoi raffreddori); in fondo arrancano le due milanesi, che hanno gli organici di minore qualità e che - semmai - sembrano candidate a giocarsi lo spareggio per il duplice succulentissimo preliminare estivo nell'Europa dell'Est.

Della Liga è ormai interessante - per chi ama il genere - solo la corrida innescata da José Mourinho come al solito contro tutti: l'inedito è che per la prima volta lo fischiano e lo contestano anche i suoi tifosi. Il Madridismo è una tradizione petrosa, inscalfibile dal singolo, e macina tutti: altra cosa sono i teatri di cartapesta del Chelsea e dell'Inter, dove anche un pisquano può maramaldeggiare. Il bilancio che volge al triennio sembra dire che lo Special One ha sbagliato completamente i conti recandosi alla Casa Blanca, che ne ha (ri)dimensionato l'aura. Gli idolatri confidano ovviamente nel miracolo della Décima: noi ci godremo lo spettacolo, in un caso e nell'altro (pronti ovviamente a scappellarci). Del torneo teudisco tutto appare ormai scritto: l'unica alea sarà vedere se il Dortmund eviterà o meno i preliminari di CL; per il resto i Bavaresi festeggeranno con merito il Meisterschale del 50enario della Bundesliga.

1 gennaio 2013, Doha, Qatar
Nella brezza diafana di uno dei non luoghi
più esclusivi del pianeta Nasser Ghanim Al-Khelaïfi
e Lucas Rodrigues Moura da Silva festeggiano
il loro contratto [peep show]
Ma colgo bene come ormai siamo tutti nuovamente immersi nelle volute della fumeria d'oppio del mercato invernale. I soldi però sono finiti e, nonostante il buon Laudisa di turno si affanni ogni giorno a montare la panna per cercare di vendere qualche copia in più (esercizio legittimo), tutto si risolverà in un mercatino di scambio rionale, a ogni latitudine. Il trasferimento a cifre pornografiche [scopri quali] della stellina Lucas Moura è solo un'eredità dei fasti estivi e riguarda il club che - nonostante i sopracciò del ragionier Rummenigge - sembra vivere in regime d'eccezione le strombazzate, quanto ormai sgualcite, regole sul Fair Play. Nella Firenze di padre Dante e nipoti si usava dire "legge fiorentina, fatta la sera e guasta la mattina", ma quello era un grande laboratorio politico [fonte]. Ora anche sotto la Tour Eiffel la politica ha assunto toni da operetta, con Hollande che annuncia e poi si rimangia la supertassa per i ricchi (quelli che il nostrano Nicky Vendola vedrebbe bene "all'inferno", forse perché consapevole che Dante avrebbe assegnato anche a lui il VII girone, uno dei tanti senza play off), Depardieu Obelix che accorre ad abbracciare Putin Asterix, la famiglia Platini in affari con la Quatar Foundation, etc. Insomma, nulla di nuovo: le regole valgono per (quasi) tutti.

Azor