12 marzo 2013

Habemus Papam

Ho assistito, ammirato, a una partita di calcio intera in cui una delle due squadre impegnate non era la Fiorentina. Debbo essere onesto e sincero: avevo previsto il naufragio milanista, ma quello che ho visto è qualcosa di diverso. È l'apoteosi del calcio. Altro che conclave! Il papa l'hanno già eletto, ha un nome e un cognome: Diego II, ovvero Leo Messi. Messi è il calcio e il calcio esiste ancora, nonostante tutto, grazie a Messi. Uno spettacolo al di là di ogni comprensione, una meraviglia indescrivibile, una goduria per la sensibilità pallonista di ogni appassionato. Un giocatore che, dopo meno di un'ora di partita, ha costretto al fallo tattico tutti e dieci i giocatori di movimento del Milan è di un altro pianeta. E segna, mettendo la palla dove vuole, con precisione e potenza calciando da fermo. Strepitoso! Mi ero avvicinato a questa partita con un sincero sentimento di favore pro-Milan. E vedere Ambrosini umiliato ripetutamente e costretto a usare il ferro da stiro in modo sistematico mi ha confermato nel sentimentalismo. Iniesta che, a tempo scaduto, dribbla tutto il Milan con aria serafica varrebbe qualsiasi prezzo per qualsiasi biglietto. Insomma è facile amare il Barcellona, questo Barcellona, ma il Milan, con un po' di fortuna, poteva giocarsela meglio. Mi dispiace davvero per il Milan, ma che lezione!

12 marzo 2013, Camp Nou, Barcellona
Diego II mentre sistema teologicamente
il pallone all'incrocio dei pali
Resta da capire se l'impietosa umiliazione di stasera sia ascrivibile al solo Milan o sia, piuttosto, un segnale, l'ennesimo, per il nostro calcio. Il Milan ha rimontato una valanga di punti in campionato (aiutato da arbitri sempre più inadeguati al compito e sempre più in una confusione direttamente proporzionale al numero di assistenti e co-assistenti che li affiancano), giocando però quasi sempre male, e comunque mai davvero bene. Certo si è che questo Barcellona è semplicemente fuori categoria; quando giocano così nessuno può contrastarli e ogni altra considerazione secondo me diventa superflua. Ma la differenza oggi, soprattutto nella prima mezz'ora, è stata imbarazzante. Resta da chiedersi cosa sarebbe successo se Niang avesse segnato anziché colpire il palo al termine di una bella azione, o se Robinho avesse fatto gol nell'altra occasione avuta dal Milan, stavolta nel secondo tempo. E resta da chiedersi se con Pazzini in campo sarebbe stato meno difficile riprendere fiato e guadagnare dieci metri di campo, ma tant'è ...

C'è solo da concludere domandandosi quale senso abbia l'esistenza, nel calcio professionistico, di Montolivo. Stasera era totalmente disorientato, sembrava fosse piovuto in campo per sbaglio. Ma non sono più problemi di un tifoso viola. Per fortuna.

Cibali