30 dicembre 2013

La maratona di Natale

Cartoline di stagione: 21° turno 2013-14

29 dicembre 2013, Stamford Bridge, Londra
Petr Čech ammira l'utilità della traversa.
Irriferibile ma immaginabile l'opinione di Mamadou Sakho
La cartolina di quest'ultimo turno calcistico del 2013 non può non venire che dall'Inghilterra, e da Stamford Bridge in particolare [card]. Per più di un motivo. Ci siamo giustamente entusiasmati per il Boxing day pedatorio, che ci ha regalato un gran bella giornata di calcio. Ma giocare dopo 48 ore non è forse la cosa migliore. Molte squadre - soprattutto quelle costrette alle trasferte - sono stanche, alcuni giocatori si fermano con i muscoli logorati, il gioco perde di intensità e spettacolo, e anche i risultati ne risultano condizionati. Chelsea - Liverpool di ieri ne è stato l'emblema. Annunciata come la partita del week end, è durata di fatto solo un tempo: i Reds hanno cominciato arrembanti ma poi si sono progressivamente estinti, scomparendo nella seconda parte del match. Ai più o meno lungo degenti José Enrique, Gerrard, Sturridge e Flanagan, Rodgers dovrà ora aggiungere anche Sakho e Allen, stiratisi allo Stamford Bridge. La panchina del Liverpool è più corta di quella del Chelsea: mentre Mourinho ha potuto ruotare 5 giocatori in 48 ore, Rodgers ha dovuto confermare per 10/11 la formazione che si era battuta in modo leonino (e sfortunato) a Manchester il 26 dicembre.

Aggiungiamo un'evidente disparità di calendario. Il Chelsea non si è mosso da Londra dal 7 dicembre: da allora ha giocato in casa con il Crystal Palace il 14, è andato a far visita qualche miglia più a est all'Arsenal il 23, poi ha ospitato lo Swansea il 26 e il Liverpool il 29; non meraviglia che abbia incamerato 10 punti su 12. Il Liverpool, invece, nello stesso periodo ha giocato solo una volta in casa (il 21 dicembre col Cardiff) ed è andato dapprima a Londra (il 15 nella tana del Tottenham), poi a Manchester (il 26 col City) e di nuovo a Londra (il 29 col Chelsea); non meraviglia che i punti fatti siano stati solo 6 su 12, con due sconfitte nelle ultime due trasferte dal fiato corto e dal corredo arbitrale avverso. Se guardiamo alle altre in testa alla classifica, delle 4 partite "natalizie" l'Arsenal ne ha giocato e giocherà due in casa (il 21 col Chelsea e il 1° col Cardiff) e due fuori (il 26 a Londra col West Ham e ieri a Newcastle); mentre il City ne ha giocato due consecutive in 48 ore in casa (Liverpool e Crystal Palace, con la quale non ha, nemmen esso, brillato) mentre le due trasferte sono state il 21 (a Londra col Fulham) e il 1° gennaio a Swansea. In breve, il calendario migliore era quello del Chelsea, che lo ha sfruttato appieno. Chi non ama José tira in gioco il suo famoso deretano posato sul latte sin dalla nascita. Ma lui, oltre che nel latte, sguazza nel fragore.

Dopo i due pareggi interni con Everton e Chelsea e la scoppola di Manchester, l'Arsenal (anch'esso alle prese con vari infortunati: Vermaelen, Özil, Oxlade-Chamberlain, Ramsey, Monreal, Diaby e Gibbs) ha sfoderato un inaspettato "carattere", andando a vincere in trasferta due volte consecutive, mostrando determinazione e forza (rimonta col West Ham, uppercut al Newcastle). E' meritato campione d'inverno. Ma non è stato capace di fare il vuoto quando doveva e poteva. Rinvengono alla spalle, clamorosamente, il City e, sornionamente, il Chelsea. Se la mattina del Boxing day la classifica si presentava schiacciata con 5 squadre in 2 punti, la sera del Capodanno la graduatoria potrebbe essere ancora più sfrangiata di quanto non lo sia oggi (le cinque sono ora stirate su 6 punti). Il Liverpool ha perso la testa, l'Arsenal no. Ma tutto deve ancora cominciare. E' il bello della Premier di questa stagione.

Azor