15 maggio 2014

Provincialismi

Fettine di coppa: bilanci di stagione

14 maggio 2014, Juventus Stadium, Torino
Una cena malinconica: tutto apparecchiato al meglio. Ma senza la padrona di casa
La banalità mediatica probabilmente inzupperà il biscotto nella scontata rievocazione dell'anatema. Sul telegramma che arriva dallo Juventus Stadium c'è scritto invece qualcosa d'altro.

Qual è la squadra che negli ultimi dieci anni ha vinto più coppe in Europa tra Champions e League? Non solo il Barcellona. Anche il Siviglia, degna vincitrice di tre EL cups: 2006, 2007 e 2014. Degna perché ha sempre onorato l'impegno, come sempre dovrebbe essere nello sport. Ancora: qual è la squadra che, oltre alle due appena menzionate ha vinto più di una coppa? Un'altra spagnola: l'Atletico Madrid (EL 2010 e 2012), oltre al Chelsea non di Mourinho (CL 2012 ed EL 2013).

Basterebbero questi dati a spiegare perché per la seconda volta negli ultimi otto anni il calcio spagnolo ha vinto entrambe le competizioni europee. E perché domini incontrastato nonostante Atletico e Siviglia abbiano fatturati dell'ordine del Napoli e della Fiorentina, tanto per non fare degli esempi a caso. La Juventus, che ha un fatturato grande il doppio, non è stata capace di raggiungere nemmeno la finale in casa propria. Per provincialismo prima ancora che per demeriti tecnici. Agli occhi della proprietà, della dirigenza e dell'ambiente conta di più una vittoria sul Sassuolo che sul Lione: prima degli ottavi di finale contro la Fiorentina i media avevano riportato umori del genere in casa bianconera. Umori angusti e nefasti.

Puoi farti vanto quanto vuoi di avere uno stadio moderno capace di ospitare le finali delle coppe europee, ma se non ti impegni a vincere anche un'Europa League, se la snobbi come invece non fanno le società spagnole e portoghesi (ma anche il Chelsea, da ultimo), è come arredare la propria casa e poi lasciare che la abitino degli estranei.

Per chi ama il calcio italiano è stata anche quella di ieri una serata amara. L'ennesima di anni orribili. Orribili perché non si intravede all'orizzonte alcuna consapevolezza che occorre intervenire subito con iniziative forti, decise, antidemagogiche, lungimiranti, per salvare un movimento ormai allo sbando.

Azor