7 giugno 2014

Approssimativo pronostico

Se ne leggono e se ne sentono. La storia del football sarà materia opinabile, ma l'albo d'oro non è difficile da tenere a mente. In fondo, della Coppa del mondo si sono disputate finora soltanto diciannove edizioni. Dunque, capita di ascoltare come solo all'Italia di Pozzo sia riuscita l'impresa di confermarsi campione; l'argomentazione - fasulla, poiché ci riuscì anche il Brasile - serve al 'giornalista' di turno (taccio il nome, suo e della testata) per pronosticare perdente la Spagna. Siamo nell'epoca 'moderna', vincere è difficile, rivincere impossibile. Prendiamo atto.

Del resto, personalmente e razionalmente scommetterei volentieri proprio sulla Spagna. Ma si gioca in Brasile, e la Seleçao è unica tra le grandi nazionali a non avere ancora sfruttato la chance casalinga. Chi ne ha avute già due (Italia e Germania), almeno una l'ha centrata. E dunque: può il Brasile pentacampione farsi ancora soffiare la coppa sotto il naso, dopo tutto quel che ha investito, con la tradizione che ha, con la cabala a suo favore? Sono sempre e di default favoriti, i carioca; stavolta di più. Può esserci un altro maracanaço (non necessariamente a favore dell'Uruguay)?

Penso di no. E dunque assegno un pronostico di default all'XI pilotato dall'espertissimo Scolari. Non mi costa nulla. Ma aggiungo: tra i pedatori che vestiranno i gloriosi colori non ve n'è uno solo che faccia sognare, e questo non era mai accaduto - dai tempi di Leonidas a quelli di Zizinho, da Vavà a Pelé a Garrincha a Jairzinho a Socrates e Falcao e a Zico, Romario, Rivaldo, Ronaldo e Ronaldinho e Kakà. La stella designata e predestinata, Neymar, è tra i calciatori più irritanti del nostro tempo. Ha talento, non v'è dubbio. Ma è di stazza leggera e detesta lo scontro fisico. Sfiorato da un avversario, salta per aria come gli fosse esploso un petardo sotto il deretano. Ha buon piede, dribbling imprevedibili. Ma è sempre molto, troppo nervoso. Provoca, e genera provocazione - e dicono sia molto migliorato. Ha gli stessi geni di Balotelli (un altro che malsopporta i contatti), uguali (ma con modi diversi) capacità di decidere improvvisamente una partita. Non è un fuoriclasse, e difficilmente lo diventerà. Anche perché predilige la zolla, come l'ultimo Ronaldinho. Rispetto alla Pulce, è inferiore di due classi. Vale, appunto, Balotelli.

Parlando dunque di assi e carichi di briscola, altre nazionali sembrano messe meglio. Quanto a bisvalide, trisvalide e pentavalide, in effetti, o Brasil non è il top. Ne ha di più il Belgio. Ne ha di più la Germania. Ne ha parecchie di più l'Argentina. Per non dire, naturalmente, della Spagna. La quale ha anche e soprattutto un gioco collaudato da sei anni di ininterrotti successi. E' il paese egemonico; non c'è club di grande livello (non solo con sede a Madrid o a Barcellona) che non vanti tasselli iberici fondamentali nella rosa: dal Bayern al City - per dire le squadre che hanno vinto i campionati di Germania e d'Inghilterra - al Napoli (Callejon è stella di primissima grandezza nella Serie A, in Liga sarebbe un comprimario). Il movimento pedatorio spagnolo è oggi superiore in tutti gli aspetti (compresi i debiti, d'accordo), ma soprattutto nella capacità di allevare e addestrare il talento. E' per questo che scommetterei volentieri sulla Spagna. Ma si gioca in Brasile. E il Brasile si è ben preparato. Presenterà una squadra non spettacolare, ma solida; forte il reparto difensivo, cui don Felipe ha aggiunto notevole copertura di mediani. Davanti, i muscoli di Fred e Hulk (gente tecnicamente quasi inqualificabile) serviranno per disboscare i sentieri su cui si avventerà il signorino di cui sopra e gli altri talentini a lui alternativi.

Dalle nostre parti, intanto, Prandelli è naturalmente sulla graticola. Prestazioni deludenti, come sempre quando nulla è in palio. Pepito Rossi lasciato inopinatamente fuori dalla lista. Polemiche, poche le voci ragionevoli. Si sprecano i paragoni con Pablito - che però, nell'82, era sì fuori forma ma non aveva ancora rischiato la carriera con infortuni gravi e prolungati. Cesare, dunque, sarebbe rimbecillito all'improvviso; rinuncia al fuoriclasse, all'arma letale. D'accordo. Prendere nota di coloro che oggi lo coprono di fango e di insulti; dovessimo far bene, ci si divertirà a vederli praticare il salto sul carro (del vincitore), autentica specialità nostrana. E lo stesso si faccia dei tanti che dicono e scrivono (intellettuali e cultori, specialisti e antropologi) di e su Mario Balotelli, qualora azzeccasse giocate decisive e imponderabili di cui è assolutamente capace.

Premesso ciò che andava premesso, propongo un approssimativo pronostico. Vincerà una sudamericana: 70% Brasile, 25% Argentina, 5% Uruguay. La Spagna uscirà in semifinale. L'Italia non andrà oltre i quarti, ma farà grandi, disperate partite. Augh.

Mans