11 giugno 2014

Samba-Tango 0:1 dts

Sta per partire un Mondiale il cui risultato, per molti, è già scritto: Brasile campione e gli altri a giocarsi la piazza d'onore. Il Brasile potrebbe quindi clamorosamente fallire proprio per la certezza di essere la migliore squadra e la tensione potrebbe calare. Così, nonostante i prevedibili aiuti arbitrali tradizionalmente concessi ai padroni di casa, vi potrebbe essere qualcosa di impensabile: dopo il Maracanzo di tanti lustri fa, un secondo fallimento casalingo. Non appare impossibile perché questo Brasile non sembra il solito Brasile. La sua stella è (sarebbe) Neymar, di cui Mans e Cibali hanno già detto, che non ha proprio l'attitudine di un campione eterno; Hulk, poi, è tutto muscoli e glutei ma forse si è acclimatato troppo ai freddi di San Pietroburgo e in difesa fa capolino uno dei giocatori più sopravvalutati degli ultimi anni, da poco trasferitosi a Parigi per una cifra veramente improponibile. Saranno spinti fino alla semifinale per inerzia ma poi falliranno.

La Spagna dovrebbe essere un'altra favorita, e inanellare una sequenza impressionante di due Europei e due Mondiali in filotto; ma dimostreranno di essere umani, cederanno il passo con eleganza, specchiandosi nella parabola discendente del FC Barcelona, sazi e pronti a chiudere un ciclo straordinario.

Tolte di mezzo le due teste di serie rappresentate dai padroni di casa e dai campioni in carica, tra le europee, fatte salve le speranze verso i colori nazionali, il Belgio è la squadra su cui pongo i miei sogni per questo giro e che potrebbe tentare il colpaccio di un piazzamento (il titolo mi pare troppo). Dopo il miracolo greco in Europa nel 2004 sarebbe il caso di un miracolo Mondiale ma forse i tempi non sono maturi. Proprio all'opposto degli spagnoli, i Diables Rouges vengono dall'aver mancato l'appuntamento di qualificazione per due Mondiali e tre Europei di fila; sono finalmente in una fase finale dopo ben 12 anni, hanno un'età media bassa (incluso il dicianovenne Januzai) anche se non mancano certo di esperienza internazionale; e poi solo 3 di essi giocano in Belgio, mentre ben 11 sono ingaggiati in Inghilterra in club di primo piano.

Olanda, Inghilterra e Francia non sembrano irresistibili, mentre la Svizzera dimostrerà che l'unica utilità del ranking FIFA è per le casse della FIFA stessa, il Portogallo cercherà in tutti i modi possibili di cincischiare davanti alla porta senza segnare e facendo affidamento sulla salute di CR7. I tedeschi faranno i soliti tedeschi, arrivando a giocare tutte le (sette) partite possibili; ma, credo, senza vincere il titolo.

Restiamo noi, e siamo imprevedibili. Ahimé, nessuno scandalo serio ha scosso un campionato noioso e decadente e pertanto la vittoria appare difficile, pure se siamo destinati, come spesso, a risultati più che dignitosi, sempre stringendo i denti. Resta la speranza di vedere almeno Immobile e Insigne giocare insieme per un buon minutaggio, e contro avversari di spessore, per valutarne l'effettiva complicità calcistica.

Volgendo lo sguardo all'America del Sud: a parte la Colombia che, privata di Falcao, si deve praticamente considerare azzoppata, l'Uruguay deve superare un girone comunque difficile e potrebbe clamorosamente uscire al primo turno; nonostante un attacco prolifico come pochi ha, infatti, una difesa mediamente anziana e non impeccabile in tutti i suoi protagonisti. Caso completamente diverso per l'Argentina, carica di stelle in avanti ma con una difesa e un centrocampo solidi e di sostanza. E poi ha Messi che deve dare un senso a quella collezione di Palloni d'Oro, perché la Coppa dei Campioni sarà pure la competizione più difficile del mondo, ma se non vinci (o almeno segni in) una finale Mondiale, molto difficilmente diventi leggenda.

Pronostico secco: Argentina campione, con Germania e Brasile probabilmente sul podio. Il Belgio è la mina vagante.

Pope