4 maggio 2015

Expo Milan-Inter 2015


In una domenica di pioggia, il milanese aveva due alternative: dare prova di grande senso civico e unirsi alle migliaia di concives che si erano dati appuntamento per ripulire la metropoli dai segni della devastazione occorsa venerdì primo maggio, oppure starsene a casa e mettersi comodo comodo davanti al monitor per 'godersi' l'Inter (nel pomeriggio, al Meazza) e il Milan (la sera, al San Paolo). In fondo, è anche per merito di questi due club se Milano è famosa nel mondo.

Com'è noto, sono due squadre malate. Il medico dell'Inter, Roberto Mancini, ha inflitto cure pesanti al suo paziente, lo ha rivoltato come un calzino, ha cercato in tutti i modi di convincerlo che c'era qualcosa di molièriano nel suo disagio; qualcosa ha ottenuto, ma le ricadute sono frequenti. Il medico del Milan, Pippo Inzaghi, è in realtà un praticante, fa la scuola di specializzazione, è molto diligente e volonteroso; alla fine, tuttavia, anche lui è stato contagiato, è dimagrito, forse sta imbiancando, insomma sta male: è per questo che riscuote la comprensione di tutti.

Il praticante e il primario

Così, nel week-end in cui si inaugurava l'Esposizione Universale, insieme a tutte le cose accadute ci sono quelle che accadute non sono. Per esempio, nerazzurri e rossoneri, in 180 minuti di partita, non hanno segnato lo straccio di un gol. Una ha pareggiato in casa, l'altra ha perso in trasferta, come di regola fanno le squadre che lottano per non retrocedere in Serie B. Hanno offerto uno 'spettacolo' calcistico desolante, quello che di regola offrono. L'Inter ha ruminato calcio lento, senza inventiva, agonico e irritante a tratti, nevrotico in certe fasi e svogliato in altre; senza costrutto per lo più. Il Milan è rimasto in dieci uomini dopo pochi secondi dal fischio d'inizio, battendo così uno dei pochi record negativi che ancora gli mancavano quest'anno; se non altro, l'inferiorità numerica l'ha costretto a difendersi non potendo fare altro, limitando così la goleada cui sarebbe andato incontro offrendo più spazi al Napoli. In sostanza: l'Inter ha giocato malissimo, il Milan non ha giocato affatto.

Come possano migliorare le cose, è semplice indovinarlo. Ci vogliono quattrini, investimenti, giocatori forti. Nessun imprenditore milanese è ormai in grado di somministrare questa 'cura', e infatti i due club saranno presto e insieme giocattoli sportivo-finanziari in mani asiatiche (l'Inter, in parte, lo è già, come tutti sanno). Quando accadrà, sarà la fine di una storia durata un secolo e oltre, l'esaurirsi di una tradizione. Nonostante tutto quel che potrebbe arrivare: nuovi stadi, marketing, quotazioni in borsa, commercializzazione del brand sui mercati orientali eccetera eccetera. Ci sia consentito d'esprimere, di fronte a questa prospettiva, un po' di tristezza.

Mans