28 settembre 2015

Ancien régime

In Ripa Arni


Dicono gli storici che la Rivoluzione Francese abbia posto fine all'Ancien régime, ovvero un sistema di potere basato sul privilegio di pochi (l'aristocrazia) a danno di moltissimi (il popolo) e abbia dato origine al secolo della borghesia. Guardando il post partita, ieri sera, si è avuta la sensazione che nel calcio italiano, e non solo italiano immagino, l'Ancien régime non sia finito e che stiamo tutti aspettando l'alba di una nuova era in cui il privilegio ereditato e non guadagnato lasci finalmente il posto al merito e un sistema di riconoscimenti che si basi su di esso.

Si era giunti alla partita fra Inter e Fiorentina nella generale ignoranza dei meriti viola e nell'esaltazione della squadra milanese (squadra bruttina ma solida, investimenti pesanti, grande acume tattico di Mancini ecc.). Dopo la sonora vittoria della Fiorentina a San Siro i commenti sono stati più o meno dello stesso tono: perché Mancini ha schierato la difesa a tre? Si, ma la Fiorentina ha vinto per degli episodi. Ora, premesso che solo i deboli di mente possono considerare gli episodi come elementi esterni al fenomeno sportivo (i passaggi sbagliati e i falli stupidi li fanno i calciatori mica delle entità soprannaturali piovute sul campo di calcio da Plutone), mi pare evidente che ci sia qualcosa di sporco, appiccicoso e poco bello dietro a questo atteggiamento; una sorta di pregiudizio costruito sul privilegio non meritato appunto. Intendiamoci, la storia dell'Inter è un merito indiscutibile, ma nello sport, se vogliamo che ci sia competizione vera, il passato che conta deve essere, in concreto (denaro dalle tv per intenderci), quello prossimo e non quello remoto. Conta quanto hai fatto sul campo la stagione precedente, non dieci anni prima. Altrimenti il copione si ripete sempre uguale a se stesso. Ieri sera, tutte le trasmissioni sportive si sono affannate a giustificare l'imbarcata subita dall'Inter senza quasi evidenziare che la Fiorentina, dal primo all'ultimo minuto, ha dominato la partita. Ha corso di più, ha mostrato di avere le idee chiare in ogni movimento, ha coperto magistralmente ogni centimetro del campo e non ha lasciato mai la palla all'avversario. Il rigore causato da Handanovic (questo il suo unico errore nella partita a nostro avviso, perché il tiro di Ilicic girava come se lo sloveno avesse calciato con un Super Tele) è certamente un episodio, ma cos'è una manifestazione sportiva se non un insieme di episodi? Un gol in rovesciata, un'azione veloce e perfetta, un autogol ecc. non sono forse episodi? Ieri si è giunti al grottesco accampando anche l'espulsione di Miranda e la conseguente superiorità numerica viola per fornire attenuanti ai nerazzurri senza nemmeno sussurrare che tale "episodio" si è verificato sullo 0-3!

Nikola Kalinic esulta dopo il terzo gol segnato all'Inter
Infine la designazione di Damato. L'arbitro pugliese ha fatto il suo lavoro egregiamente e gliene rendiamo merito, ma era davvero inevitabile designarlo per questa partita?

Veniamo dunque all'evento sportivo e alle vere ragioni, secondo Cibali, del trionfo viola e della brutta sconfitta interista. Fra Inter e Fiorentina non c'è la distanza vista ieri sera, tuttavia una differenza sostanziale fra le due squadre resta: la Fiorentina, che farà fatica a confermarsi fra le prime quattro ahimè, è una squadra. C'è un allenatore bravo e sicuro di sé che ha contagiato l'ambiente e ha costruito un gruppo meno dotato tecnicamente rispetto all'anno scorso, ma compatto e con le idee tremendamente chiare in campo. Questa struttura è evidente sin dall'inizio del campionato. L'Inter, per ora, è un album di figurine. Bellino, ma statico e senza idee. Ieri sera è questo che ha fatto la differenza, non "gli episodi". Mancini è, insieme a Mihajlovic, l'allenatore più sopravvalutato del calcio europeo. La Milano sportiva se ne accorgerà a sue spese. Mettere Perisic sulla fascia destra sperando che possa correre più di Alonso è follia calcistica. Giocare con la difesa a tre più Medel davanti a fare filtro è una resa prima ancora di cominciare, soprattutto se sai che l'avversario giocherà con due centrocampisti centrali più un trequartista, Borja Valero, che corre come Gelindo Bordin dall'inizio alla fine. La Fiorentina ha tagliato in due l'Inter. Le ha tolto il centrocampo. Icardi e Palacio, al ventesimo del primo tempo, erano già sull'orlo di una crisi di nervi. Handanovic, indicato da tutti come il vero responsabile della debacle, ha commesso un solo errore, come dicevamo: il fallo su Kalinic che è costato il rigore con cui la Viola è passata in vantaggio. Sul tiro di Ilicic non poteva fare altro ed è stato anche sfortunato. Il tre a zero è un inno al calcio globale, altro che "episodi", e se Alonso ridicolizza Perisic la colpa non è né di Perisic né del caso, ma di ha messo Perisic a fare il terzino su quella fascia. Stendiamo un velo pietoso sulla scelta di opporre Telles a Kouba sulla fascia opposta. Su Kalinic ci sarebbe molto da dire. Sembra l'ennesima magia di Daniele Pradè, o forse di Paulo Sousa, che sembra colui che l'ha chiesto a gran voce. In ogni caso si tratta di un giocatore formidabile, perfetto per il gioco di Sousa e per far innamorare la gente di Firenze.

Insomma, oggi godono i tifosi viola, come il sottoscritto e ne hanno tutto il diritto, ma non facciamoci illusioni. Non è questa la posizione che compete alla Fiorentina. Personalmente sono molto ottimista su questo campionato a patto di restare uniti e fare quadrato attorno al gruppo nei momenti difficili, che arriveranno. Ci sono squadre decisamente più forti, sulla carta, della Fiorentina e l'Inter è fra queste. La Fiorentina può fare un gran campionato, ma difficilmente arriverà fra la prime tre. Almeno finché non finirà l'Ancien régime.

Cibali