1 settembre 2015

Impressioni di settembre

Cartoline di stagione: 5° turno 2015-16


L'aria è tersa, il traffico già piuttosto intenso. I campionati in stand-by, poiché incombono partite decisive per la qualificazioni agli europei di Francia (si comincia giovedì, e si tira dritto fino a lunedì: ma essendo la fase finale a 24 squadre, c'è davvero pochissimo pathos). Il calciomercato è finito - quello della sessione estiva: si può scommettere che da domani o dopodomani, quando i commenti saranno già carta straccia, inizieranno le voci sulla sessione di gennaio 2016 -, e stabilire ora chi si è rafforzato e chi indebolito pare (con poche eccezioni) difficile, un esercizio da indovini o da maghi del fantacalcio.

Swansea, 30 agosto 2015.
Il diabolico Bafetimbi Gomis, che al minuto 66 infila il gol
del 2:1 e mette zavorra nel bagaglio dello United
Vi sono però, in generale, cose che sembrano già chiare e scontate. Per esempio: l'esito della Premier League. Di questo passo e a questa media, il Chelsea concluderà la stagione a 76 punti dal City. D'accordo, è un'esagerazione. Finirà dietro, ma con un distacco meno rilevante. Del resto, lo sfasciacarrozze di Stamford Bridge ha iniziato alla grande il suo lavoro (quello del terzo anno), e ne siamo ragguagliati ogni giorno dalla più autorevole stampa d'Oltremanica. Lui aveva detto che di lì (da Stamford) non si sarebbe mosso mai più, ma altri potrebbero stufarsi di averlo tra i piedi (in fondo non è stato l'unico a portare trofei, nell'epoca moderna dei Blues) e, prima o poi, sfrattarlo. Un altro che potrebbe avere problemi è Van Gaal. In un anno vorticoso, ancora non ha dato equilibrio e continuità allo United. Dalla sua, solo la (facile) qualificazione ai gironi di CL. Sir Alex, forse, farebbe bene a smettere di frequentare Old Trafford. Porta con sé ricordi troppo ingombranti. Intanto, smista agli altri allenatori della Premier i giocatori che l'olandese ha scelto di emarginare [vedi] ...

Vi sono anche situazioni parecchio confuse. La classifica di Serie A sembra scritta al contrario. Ultima la Juve, primi il Chievo e il Sassuolo. Ma sono a referto solo due giornate. Certo, all'Olimpico Nostra Signora è parsa annaspante e regredita, solo i pali e un paio di paratone di Buffon l'hanno tenuta in partita. Come tutti dicono, la rosa (via Pirlo Tevez e Vidal) ha perso qualità e leadership. Ha perso soprattutto qualità. A centrocampo. Tevez si può sostituire (davanti ci sono giocatori importanti), Pirlo no. Uno come lui, nel nostro campionato e se si allena, potrebbe tener botta fino a 50 anni. Gente come lui non ha eredi, è destinata a generare vuoti incolmabili. Allo Stadium se ne faranno una ragione; Allegri punterà su un'organizzazione sempre più muscolare, e il bel gioco dei tempi di Andonio Gonde è già un ricordo lontanissimo. Forse arriverà la nostalgia, quando la corsa al quinto scudetto consecutivo si rivelerà parecchio difficile. Anche lui (Allegri) - come ha già dimostrato a Milano - è uno che a partire dal secondo anno comincia a battere in testa. Le rendite di posizione prima o poi si esauriscono.

In diretta da Malpensa Airport.
Sta atterrando un velivolo su cui viaggiano alcuni
nuovi giocatori dell'Inter!
Interessante questo 2015 dell'Inter. Il Mancio ha fatto e disfatto, come giocasse a Football Manager. Ha cambiato i connotati alla squadra, ha comprato e rivenduto, riscattato e prestato una montagna di giocatori, e al club converrebbe trasferire direttamente gli impianti di allenamento da Appiano Gentile alla Malpensa, in linea d'aria sono solo una trentina di chilometri. Alla ripresa c'è il derby, avevo pronosticato per la Benamata sei punti (tecnomanzia da quattro soldi) e sei nuovi giocatori; ho sbagliato la previsione sui giocatori, sono solo quattro quelli arrivati nell'ultima settimana. Un'altra decina sono stati già e sicuramente prenotati per gennaio, nel caso la stagione non si metta come Mancini desidera (e auspica: che ne sia sicuro non è detto, anzi). 

Il Milan, invece, rimane così: un ristorante senza cucina. Tanti camerieri, qualche cassiere, un buttafuori (De Jong), uno psicologo (Sinisa), un padrone o due, qualche amministratore delegato. Ma lo chef? Lo chef non c'è. I vecchi cuori rossoneri devono solo pregare perché Sinisa si decida a riciclare Montolivo, pensate a cosa ci si può ridurre. Altrimenti, come potrà giocare la squadra s'è già visto a Firenze ma soprattutto con l'Empoli: da salire in cima al terzo anello e buttarsi di sotto. 

Mans