11 giugno 2017

Leigh Griffith entra ed esce dalla storia nel giro di tre minuti e mezzo


Hampden Park non ha più nemmeno un decimo del fascino di un tempo, quello restituito da nitidissime immagini in bianco e nero scattate durante famose partite. Ospita meno della metà degli spettatori che, per esempio, vi si assieparono per vedere il Madrid alzare la quinta Coppa dei campioni, il 18 maggio 1960. Fa oggi lo stesso effetto del Maracanã, in sostanza. L'effetto di un tempo del football che se n'è andato e non tornerà mai più.

Hampden oggi

Hampden un secolo fa (o poco meno)

Lo stesso, probabilmente, si può dire per Scozia-Inghilterra. Da un infinitamente lontano 30 novembre del 1872 le sfide sono state, con quella di ieri, ben 114, e quasi sempre si è giocato con punti in palio - ma anche le semplici amichevoli non è che facessero differenza. I più giovani si domanderanno come faccia lo score complessivo a essere così equilibrato (41 vittorie scozzesi, 48 inglesi), tanto più che se consideriamo gli ultimi 20 incontri (a partire dal 4 giugno 1977 - sì, con la fine della British Home Championship le occasioni si sono poi diradate) scopriremo come sia soltanto di recente che i Leoni hanno acquisito quel vantaggio complessivo sui rivali.

Una superiorità che ieri stavano confermando senza particolare fatica. Uno a zero, un gol di Oxlade-Chamberlain che chiude una fase in cui gli scozzesi commettono una serie di errori tecnici e tattici addirittura improbabili; un gol oltretutto segnato dal Gunner a difesa schierata, convergendo verso il centro dell'area e scoccando poi senza opposizione alcuna un sinistro che centra in pieno Gordon (il quale, ostruito dai suoi, non l'aveva visto partire) e poi schizza in rete.

Hart pensava la mettesse a sinistra.
E' palesemente in ritardo
La reazione scozzese tarda a manifestarsi. Forse, il pubblico che inizia a cantare l'inno per coprire la festa inglese mette un po' di convinzione nella testa e nei piedi di Leigh Griffith. E' il centravanti del Celtic, uno sul quale non vale la pena dilungarsi più di tanto, anzi. Diciamo che sino a ieri vantava dodici gettoni nella Tartan Army; le sue prime apparizioni risalgono alla fine del 2012, ma la prima partita intera l'aveva conclusa a Wembley, nell'andata di questo gironcino di qualificazione al mondiale di Putin, ed era stato un secco tre a zero (inutile sottolineare per chi). Da sostituito o da subentrante, a ogni modo, il suo nome sui tabellini non c'era ancora. Ieri pomeriggio, dunque, mancavano pochi minuti al triplice fischio, e tra uno sbadiglio e l'altro ho fatto in tempo a pensare che (per dire) Lapadula (uno a caso) della nazionale di Scozia sarebbe la stella indiscussa, vista la pochezza degli attaccanti che il povero Strachan è costretto a reclutare. Ma ecco: due punizioni dal limite, dalla medesima piastrella (centimetro più centimetro meno), e Griffith (mancino) la mette prima alla sinistra e poi alla destra di Hart. Due esecuzioni vellutate (la seconda quando il cronometro segna 89 minuti e 3 secondi), di qualità eccelsa. Roba alla Messi, alla Dybala o perlomeno (se non vogliamo esagerare) alla Diamanti. Hampden ruggisce - che Hampden ruggisca è un vecchio luogo comune, ma un fondo di verità c'è di sicuro. Griffith sta per entrare nella storia. Nella Storia, anzi, con la S maiuscola. Nella Storia del calcio britannico quanto meno, perché una vittoria scozzese tra queste mura manca dal 1985 (di mezzo, c'è stato l'inutile uno a zero di Wembley del 1999: inutile perché era il match di ritorno dei play-off per andare all'europeo belga-olandese, e ci andò l'Inghilterra). 

I Leoni si avventano, e cosa dovrebbero fare? Perdono palla, riparte la Scozia, ci sarebbe la possibilità di un contropiede micidiale, o perlomeno di portare il pallone e tenerlo (il maggior tempo possibile) lontano dall'area, ma le qualità nel palleggio sono infime, la sfera torna tra piedi inglesi, dalla sinistra un cross lunghissimo viaggia verso il secondo palo dove, indisturbato, arriva Kane, che con irrisoria facilità insacca il definitivo due a due. Il cronometro segna 92 minuti e 27 secondi. 

L'euforia di Hampden si spegne. Tutto è, ancora una volta, rimandato alla prossima volta.

Volete vedere almeno gli highlights di questo non storico match? Andate qui.

Mans