2 novembre 2017

Le mezzore del Napoli

Fettine di coppa: CL 2017-18 (quarto turno)

La prima fase della cèmpions volge al termine, alcune squadre sono già matematicamente (City, Tottenham, PSG, Bayern) o virtualmente (Barça e Besiktas) agli ottavi, alcune conseguiranno sicuramente il passaggio nel prossimo turno (UTD) o all'ultima occasione utile (Juventus e Roma fra le altre). Il ritorno delle inglesi (con qualche riserva per quel che riguarda il Chelsea) è prepotente, il calo delle spagnole (per ora, considerando anche l'EL) sorprendente, le italiane vanno abbastanza bene. 

Il Real dove non era mai stato, cioè a Wembley:
Dele Alli fa gli onori di casa
Le giornate centrali del girone (la terza e la quarta) offrono una serie di potenziali sedicesimi, talvolta tra le più forti dei campionatini. Ci sarebbero stati risultati interessanti: per esempio, gli Spurs avrebbero cacciato dalla competizione i detentori, la Roma avrebbe eliminato il Chelsea ma il City sarebbe andato avanti buttando fuori il Napoli, la Juve si sarebbe liberata dei rognosi portoghesi dello Sporting, e anche l'altro club di Lisbona sarebbe uscito, per mano di Mourinho. E non dimentichiamo l'impresa (virtuale) dello Spartak Mosca, virtualmente qualificato con un inaspettato e complessivo sei a tre sul Sevilla. Fuori anche il Monaco (semifinalista un anno fa, ma saccheggiato dai grandi club in estate), 'eliminato' dal Besiktas. Non a caso, queste sono state le partite migliori, le più ricche di emozioni. La coppa è questa: giochi prima a casa tua, poi a casa loro, e chi segna di più va avanti. La formula originaria, o quasi.

I professori vanno al convegno
Tutti i riflettori del mondo, per due settimane, puntati su Napoli e City. Anzi: su Sarri e Guardiola, Guardiola e Sarri. Il Pep un po' esagera. Lo ha fatto anche ieri sera, a fine gara. Ingigantisce l'impresa dei suoi, ingigantendo gli avversari. Conosce l'Italia, dispensa carezze. Sa che per i calciofili delle nostre parti il Napoli è un oggetto di culto, Sarri un alieno. Vede la classifica della Serie A, dove i partenopei primeggiano, studia le statistiche. C'è del vero: il Napoli offre uno spettacolo calcistico senza uguali in Italia, ha - da questo punto di vista - pochi concorrenti anche in Europa. Ma è un meccanismo molto delicato. Ieri sera ha offerto mezzora di trame strabilianti: poi è uscito Ghoulam, e l'edificio è crollato. L'inserimento di Maggio a destra, un disastro, lo spostamento di Hysaj a sinistra pure. La trama del film è improvvisamente cambiata. Si è - anzi - capovolta. L'inerzia del match ribaltata. Sostanzialmente in nove contro undici, i partenopei si sono aggrappati all'orgoglio e alla bombola di ossigeno: non è stato sufficiente, com'è ovvio.

Sì, ma quella mezzora. La stessa mezzora di giramento di testa sofferta dal Real, per dire. Ma Real e City, nelle loro 'mezzore', travolgono gli avversari. Li stendono senza rimedio. Le mezzore del Napoli producono poco, consumano energie e tengono gli avversari in partita. E quando i palloni iniziano a spiovere nell'area di Reina, quando il pressing cala e la geografia del gioco si sposta nella metà campo difensiva del Napoli, gli squadroni come City e Real raddrizzano le partite e le portano a casa. Del resto, se quelle mezzore durassero il triplo, il Napoli non conoscerebbe rivali. Non gli servirebbero campioni di più grande spessore rispetto a quelli che ha: a patto che ci siano sempre quegli undici lì, i supertitolari, quelli che hanno ormai introiettato lo spartito, quelli che potrebbero giocare bendati. Fosse possibile (e non lo è) saremmo di fronte a un'esperienza di calcio inedita e soprattutto vincente. Purtroppo il Napoli di Sarri non ha ancora 'vinto'. Lotterà, si spera, per riprendersi un titolo italiano e mettere fine al dominio juventino. Ma bisogna fare gli scongiuri e 'pregare' per la salute degli undici (non uno di più, non uno di meno) che compongono l'orchestra.

Altrimenti, la Juventus spunterà ancora solitaria sul rettilineo finale. E la Juventus andrà avanti anche nella cèmpions. Raddrizza partite stortissime, come a Lisbona. Gioca male perché non ha uno spartito ma solo un canovaccio, gioca un calcio di posizione e di duetti, il massimo che Allegri sappia chiedere ai suoi è il cosiddetto 'equilibrio', del resto Allegri è uno che di calcio non parla mai, non si capisce bene come la pensi. Ma i giocatori sono forti, più forti di quelli che hanno studiato alla scuola di Sarri. E non c'è nella Juventus un Ghoulam del quale l'uscita dal campo costituisca un dramma.

Mans