28 maggio 2012

Un lato del quadrilatero

Se tutto andasse in un certo modo - e comunque in attesa che tra sentenze, penalizzazioni e squalifiche sia ridisegnata la geografia dei vari campionati -, l'anno prossimo potrebbero disputare l'italica serie B due club il cui stadio è intitolato a Silvio Piola. Il Novara e la Pro Vercelli. Notevole è l'impresa della Pro: artigliato l'ultimo posto utile per i play-off, ha poi eliminato il più che favorito Taranto, e ora se la vedrà con la matricola Carpi, la cui parabola è simile a quella del Mantova di Mondino Fabbri, nella sfida decisiva. L'ultima partecipazione della Pro al torneo cadetto risale all'immediato dopoguerra, stagione 1947-48, quando il campionato era articolato su tre gironi, per complessive 54 squadre, di cui 32 destinate a retrocedere (un'ecatombe) per via del programmato ritorno al girone unico a far data dalla stagione successiva. Certo, per il glorioso club (fondato nel 1892 ) gli anni d'oro erano già lontani, e l'ultima stagione ballata sui campi della serie A fu quella immediatamente successiva al mondiale domestico.

Naturalmente il club, declassato e con un bacino d'utenza non competitivo, ha conosciuto in anni recenti (come molte società di antica tradizione) la 'tragedia' dell'estromissione dal campionato per inadempienze finanziarie [vedi qui], e la conseguente caduta nella voragine della Terza Categoria. La risalita è stata possibile grazie alla sostanziale unificazione con la seconda società cittadina, la Pro Belvedere Vercelli, nata nel 1912  e per anni serbatoio della 'vera' Pro, la cui storia si esaurisce nel 2006 grazie alla fusione con l'Associazione Sportiva Trino Calcio e alla possibilità di iscrivere una squadra al campionato di Serie D. Vicende complicate, che ben testimoniano e simboleggiano le tare del sistema calcistico italiano di quest'epoca (i costi eccessivi e l'eccessivo numero di tornei professionistici, l'indebitamento delle società, i tanti personaggi senza scrupoli e senza passione che dal football molto hanno provato a lucrare, una totale assenza di controllo e governance a livello istituzionale e così via), avviato a un declino che porta con sé lo smarrimento della memoria storica e il sacrificio delle migliori tradizioni.

Silvio Piola (1913-1996)
Ma tant'è. I devoti sperano di rivedere le bianche casacche sui palcoscenici principali; di risentire l'odore dell'erba del vecchio Robbiano, stipato dai figli dei figli di chi vi poté ammirare le gesta di calciatori leggendari. E immaginano un sorriso sul volto di Silvio Piola, che dal cielo di Eupalla volentieri tornerebbe, magari per un solo giorno, e per una sola partita, e per un solo gol, a trascinare la sua vecchia Pro.