La stagione dei campionati e delle coppe è iniziata. Senza sorprese. Avremo due sole squadre in Champions League perché – more solito, ma attraverso errori e comportamenti indegni – la terza qualificabile si è arenata ai play-off. Crollando rovinosamente all'Olimpico dopo un buon pareggio a Oporto, frutto di sprechi e scarsa lucidità. Allineeremo perlomeno il grandioso Sassuolo in Europa League, sperando che tra emiliani, Viola, Roma e Inter qualcuna faccia più strada di quella che siamo abituati a vedere percorrere.
In Inghilterra le grandi hanno ripreso il pallino del gioco, almeno apparentemente. Gli investimenti epocali dell'UTD (e il deretano di Mou), il lavoro di Conte a Stamford Bridge, i primi esperimenti di Guardiola hanno già prodotto risultati, e le tre viaggiano appaiate, a punteggio pieno prima della sosta. Il Leicester muove ora alla sua velocità naturale, e il Watford affidato dai Pozzo a Mazzarri già boccheggia in coda. Ma anche l'anno scorso i Citizens partirono sparati: forse non sarà indecifrabile come di norma, ma non è detto che anche quest'anno la Premier non regali qualche emozione.
Il faccione è tutto un programma |
Carletto ha già conquistato la Baviera (cosa di cui era difficile dubitare), e seppellito alla prima un rivale storico come il Werder (certo, decaduto assai). In Spagna fa notizia il Las Palmas di Kevin Prince Boateng, che sopravanza in classifica dopo due giornate e per le più consistenti goleade Real e Barça. Campionato di melassa agonistica dove prima o poi c'è gloria per tutti: solo l'Atletico gioca un 'altro' calcio, di sofferenza e inquietudine, e ha iniziato con due pareggi e molta fatica.
In Italia, senza dare l'impressione di impegnarsi più di quel che fanno all'oratorio i quindicenni opposti a improvvisate squadrette di pulcini, la Juve ha già sistemato Fiorentina e Lazio. L'autoproclamata sfidante di stagione, l'Inter del colosso cinese, è schiantata prima dal Chievo e poi messa in serie difficoltà dal Palermo, candidatissimo alla retrocessione; la Roma anche in campionato offre rappresentazioni drammatiche; il Napoli, lentamente, sta modellando l'annata del dopo-Pipita, ma ci vuol poco a capire che è l'unica squadra in grado di dare qualche fastidio (eventualmente) alla Juve.
E poi c'è il Milan. Il Milan e l'Inter. Chi governi le sorti del Milan non si sa; l'assetto societario attuale è sull'orlo del fallimento, quello futuro (fra trattative, preliminari, annunci di closing con soggetti indeterminati e indeterminabili) insondabile. Rimane il campo, l'allenatore nuovo, i soliti difetti e qualche bella promessa (Suso, Niang). E' rimasto Bacca, che appare e scompare come una madonna, ma in genere appare solo nell'area di rigore quando il pallone transita da lì. Non sempre il pallone transita dalle sue parti, e allora torna a sembrare qualcosa a metà tra un lusso e un modesto attaccante. Incomprensibile, del tutto incomprensibile quanto accaduto in casa nerazzurra: un mercato strano, un allenatore liquidato durante la pre-season, un altro arrivato mezz'ora prima che iniziasse il campionato, del tutto ignaro del calcio italiano e abituato a sistemi di gestione completamente opposti a quelli nostrani. Frank De Boer, già. Qualcuno si è illuso che fosse arrivato Rinus Michels, ma in due partite ha mostrato di essere ancora allo spelling del football italico. Ha gente di qualità in rosa, ma non adatta al modulo Ajax, al suo sempiterno 4-3-3, e costringe Banega a giostrare in mediana, in una posizione cioè dove può alternare cose buone da ragioniere e cose disastrose. E disastrose (cioè inutili) risultano le frequenti incursioni di Medel in area di rigore (e i conseguenti, logici sprechi). Vedere Medel fiondarsi cinquanta metri più in là della sua naturale linea di movimento dà il senso del paradosso.
Siamo dunque ancora nel pieno della nottata milanese, senza che nessuno sappia dire quando e se finirà. Perciò molti iniziavano ad interessarsi al Football Club Brera, terza squadra di Milano allenata dalla star televisiva Enzo Gambaro (ex terzino transitato anche dal Milan), militante in Eccellenza e che giocherà le sue partite nella gloriosa Arena Civica intitolata a Gianni Brera (il nome della squadra deriva tuttavia dal quartiere, non dal Gioann). Bene, le cose non vanno benissimo nemmeno qui. Il match d'esordio – una sfida di Coppa Italia Dilettanti in programma domenica scorsa all'Arena – è stato cancellato per impraticabilità del campo. Grandine? Temporali? Alluvioni? No. Campo di terra e sassi, erbe selvatiche e quant'altro. Manutenzione di competenza del Comune, non del club. Tra i due soggetti, comunicazione carente.
"O mia bela Maduninaaaa …."