8 dicembre 2012

Verso un campionato europeo?

Con i primi freddi si è conclusa la stagione d’avvio delle coppe europee, occasione per qualche commento. Giustamente Mans ha messo in evidenza il marcato equilibrio che ha caratterizzato la fase a gironi di Champions, là dove – nella bella idea di conservare memoria, tra terzo e quarto turno, di un confronto ravvicinato di andata e ritorno – gli scontri di vertice avrebbero visto l’eliminazione ai 16esimi del Real Madrid e dell’Arsenal. Non saprei dire se si tratti un’edizione di transizione che porterà all'affermazione di outsider o se siano fuochi fatui destinati a ricomporsi in primavera nell'ordine gerarchico di questi ultimi anni (il tempo del Calcio dei ricchi, come scrive anche Mario Sconcerti). Certamente abbiamo visto alcune belle partite: su tutte – à mon avis – Real-City e Borussia-Real, più l’agone ambientale dell’Hampden Park nel 125° contro il Barça.

21 novembre 2012, Amsterdam ArenA, Amsterdam
Robert Lewandowski segna uno dei suoi due gol all'Ajax
L’impressione è che anno dopo anno, protagonisti e voyeurs, stiamo ormai interiorizzando l’idea che in autunno si giochi una sorta di campionato europeo, spesso molto più attraente della media delle ronzinanti partite di quelli nazionali (Malaga-Anderlecht 2:2 dell’altra sera, per dire, vale da sola tre tristi partite di campionato dell’Inter o del Milan attuali), in cui ci sta (ed è bello) che il Bate Borisov ne rifili tre al Bayern, che il Cluj espugni l’Old Trafford, o che il Nordsjaelland strappi l’unico suo punto con la Juve. In attesa, poi, della primavera che con le rondini porta anche i play off, dove il sapore antico delle competizioni notturne infrasettimanali si intreccia con i capricci di Eupalla. Non lo so, ma ho l’impressione che si stiano creando le basi per un vero e proprio campionato europeo a venire (riservato a 18/22 club), con le squadre B (il Barça B, l’Arsenal B, il Milan B) destinate alle serie locali. Mi spiego: siamo poi davvero tanto lontani da 34/38 mercoledì in cui l’Inter andrà a far visita o riceverà il Dortmund o l’Ajax (e non il Neftçi), mentre la sua squadra di giovani, invece che esibirsi a Baku, giocherà le domeniche con Atalanta, Catania, Sampdoria, etc.? Vedremo, ma sento vagamente nell'aria la cosa.

Ciò che vorrei intanto rimarcare è invece il ranking di questo inizio di stagione, in cui le squadre italiane sono terze alla pari con quelle inglesi, mentre le spagnole e le tedesche guidano il gruppo, e scivolano indietro le portoghesi. Nonostante la crisi e i debiti paurosi accumulati dai suoi club, la Spagna conferma che le vittorie ai mondiali e agli europei non sono solo il frutto di una generazione di campioni ma anche di una stagione felice del suo movimento: solo il Bilbao di Bielsa non ha passato il turno, mentre le altre 6 (4 in CL e 2 in EL) sì. Cappotto tedesco, con un impressionante 7 su 7. Le italiane erano quattro anni che non facevano così bene con 5 qualificate su 6: solo l’Udinese si è mostrata inadeguata non solo ai play-off estivi di CL ma anche alla EL. Le inglesi soffrono invece la retrocessione della detentrice, il Chelsea, il fallimento del City, e la sensazione di non esibire una squadra davvero forte in nessuna delle due competizioni.

18 settembre 2012, Parc des Princes, Parigi
Thiago Silva segna il secondo dei quattro gol rifilati alla Dinamo Kiev dal suo PSG
In Champions nessuna squadra ha vinto il proprio girone a punteggio pieno: meglio di tutte ha fatto il PSG (15 punti), che alla fin fine ha perso di misura solo a Oporto: Carletto nostro si dimostra tagliato per la CL, quanto invece non sembra esserlo il Mancio. Juventus, Bayern, Barcellona e Manchester United confermano il buon momento, in testa sia ai campionati sia ai gironi europei. Il Milan si qualifica con soli 8 punti, mentre restano fuori con 10 sia il Chelsea sia il Cluj. Imbattute sono Borussia, Juventus, Schalke e Malaga; il PSG è anche quella che ha preso meno gol (3), con Juventus e Porto a ridosso (4). Colpiscono le statistiche del Real, se pensiamo a chi lo guida: con 9 reti (4 dal Dortmund e 3 dal City) è la squadra che ha subito più gol, ma col Bayern è anche quella che ne ha segnate di più (15); soprattutto è quella che ha tirato più di tutte (120 di cui 74 in porta: segue la Juventus con 118 e 56, e 12 gol); un profilo, paradossalmente, “zemaniano”.

Mettendo nel canto le statistiche [vedi], l’impressione migliore l’hanno fatta il Borussia e la Juventus, considerata la difficoltà dei rispettivi gironi. Bene anche il Bayern. Opachi, per motivi diversi, il Barça e lo United. Sempre sul filo di una crisi, come ovvio, le esibizioni del Real. Bene PSG, Porto, Valencia e Shakhtar (i cui brasiliani – alla faccia degli alti lai della stampa beota – mi sembrano però degli onesti pedatori o poco più). Le delusioni vengono dal City e dallo Zenith. Il resto è condimento.

Suggestivo infine il pedigree delle qualificate ai 16esimi dell’Europa League, dagli alti blasoni in Inter, Ajax, Liverpool, Benfica, Steaua, Tottenham, Atletico Madrid, Napoli, Borussia Mönchengladbach, Lazio, Bayer Leverkusen, Newcastle (tutte vincitrici di almeno una coppa europea nella loro storia): ci andasse bene, potremmo gustarci dei bei quarti di finale dal sapore antico, magari una semifinale senza lattina tra gli eredi di Günter Netzer e Sandrino Mazzola … E riscattare così il pedatare muscolare e ronzinante mostrato nei sovraffollati giovedì di quest’autunno.

Rimando invece al sorteggio prenatalizio la riflessione tecnomantica, tra un panettone e un mandarino.

Azor