9 giugno 2015

Esoneràti!

In ripa Arni

Ci ho messo parecchio per metabolizzare l'incredibile finale di stagione della Fiorentina. E credo di non essere l'unico all'ombra di Palazzo Vecchio. Il comunicato emesso dalla Fiorentina ieri sera è solo l'ultimo atto, patetico, di una situazione grottesca che non è nuova in casa viola [vedi]. L'esonero di Vincenzo Montella fa male, molto male. Fa male in senso assoluto e fa male per come è maturato. Fa male perché non è il primo episodio di questo tipo (l'esonero di Prandelli gli somiglia parecchio per modalità e tempistica) e fa male perché fa fuori il tecnico italiano a mio parere potenzialmente più forte dei prossimi vent'anni.

Vincenzo Montella con la giacca della Fiorentina.
Non lo vedremo più così.
Il calcio, si sa, è al tempo stesso la conferma e la contraddizione di ogni legge naturale. L'evento sportivo è ontologicamente un assoluto. La propria squadra del cuore è un relativo. Per il tifoso l'ordine è contrario. Il tifoso viola, in particolare, spesso dimentica da dove viene la propria squadra, quale posto occupa nella gerarchia finanziario-pallonara di questi tempi e soprattutto qual è il suo pedigree. Purtroppo il tifoso dimentica che la città non è la stessa cosa della squadra che la rappresenta. La Fiorentina è la squadra di Firenze. Firenze ha un grande passato e un presente che progressivamente la sta sempre più schiacciando su una musealizzazione sterile e respingente per chi deve viverci. La Fiorentina non ha nemmeno un grande passato. I trofei nella bacheca di viale Manfredo Fanti sono pochini e quelli davvero prestigiosi sono solo tre: due scudetti e una coppa delle coppe. L'ultimo dei tre, lo scudetto del 1969, risale ai tempi in cui Breznev era segretario del PCUS, Nixon non si era ancora insediato alla Casa Bianca e il presidente della Repubblica Italiana era Giuseppe Saragat. Mio padre si era appena comprato la sua prima fiammante Cinquecento.

Le valutazioni sulla stagione della Fiorentina devono partire da qui e dopo, solo dopo, dalle considerazioni tecniche. Altrimenti il PSG e il Manchester City vincerebbero scudetti e Champions League ogni anno. Di fatto la seconda non la vincono mai. In ogni caso, se si eccettua l'inopportuna contestazione durante il secondo tempo del ritorno contro il Siviglia, non si può biasimare troppo il pubblico di Firenze, unico a riempire quasi sempre uno stadio vecchio e scomodo. Voto per il pubblico viola: 7.

La stagione della Fiorentina è stata molto buona. Poteva essere migliore? Forse, ma è stata decisamente buona. Con investimenti minori, bacino d'utenza inferiore e città più piccola, la Fiorentina ha superato, per il terzo anno consecutivo, Milano (il piazzamento Champions del Milan al primo anno di Montella in viola non lo voglio nemmeno considerare), per due volte ha superato Roma, entrambe il primo anno e sponda Lazio il secondo e quest'anno ha superato pure Napoli. Un miracolo sportivo. Da attribuire certamente a una società che ha costruito una buona squadra, ma soprattutto a un tecnico preparatissimo, meticoloso e moderno. Certo Montella sembra essere anche presuntuoso, ma chi è senza peccato ecc.

Scrivevo che il ciclo Montella a Firenze era finito dopo la sconfitta casalinga contro il Verona. Speravo di essere smentito dai fatti, ma avevo ragione e non ho avuto bisogno di aspettare il rovescio (in gran parte immeritato) sivigliano per capire che le cose fra l'allenatore e la proprietà si stavano mettendo male. Montella si merita comunque un 8 per come ha gestito la rosa a disposizione fino a un mese dalla fine della stagione. Merita 6 per come ha gestito l'ultimo mese. Merita 7 per come ha gestito la comunicazione in merito allo scontro con la società. La palla era finita da una settimana nella metà campo dei Della Valle i quali lo hanno esonerato. Ora tocca a loro dimostrare che Montella aveva torto e che non è in atto un processo di ridimensionamento tecnico (ho molti dubbi, ma vedremo che mercato faranno).

Montella ha forse preteso che la clausula rescissoria presente sul suo contratto fosse eliminata, per continuare in viola, almeno questo dice il comunicato col quale la Fiorentina lo ha esonerato. I Della Valle non hanno mandato giù le ripetute dichiarazioni del tecnico su investimenti e progetto. Alla fine la decisione dell'esonero è piovuta sulla Firenze sportiva come un macigno. È la sconfitta di tutti, nessuno escluso. La decisione doveva essere presa prima e in privato. La società dimostra ancora una volta di non essere pronta per entrare nel libro d'oro della nobiltà calcistica europea. Forse non ci vogliono entrare. Forse gli basta stare ai margini delle prime per ottenere il piazzamento europeo, tranquillizzare la piazza e non rimetterci mai. E figuriamoci se questa è una filosofia biasimevole. Ognuno coi suoi soldi può fare ciò che vuole. Ma il calcio sovverte le leggi di natura. Il calcio è amore, sogni, passione. Con queste, con i sogni, l'amore, la passione dei tifosi, non puoi fare ciò che vuoi. È tempo che la proprietà della Fiorentina lo capisca. È tempo che i Della Valle parlino chiaro a Firenze, perché Firenze è stanca, non già di non vincere, ma di essere illusa. Voto alla società: 2. I due punti sono per non aver ancora licenziato Daniele Pradè. L'ingaggio di tal Pedro Pereira da Braga è l'ennesima provocazione. O forse davvero in società avevano bisogno di uno per vendere i circa 15 giocatori in esubero. Anche questo lo sapremo presto.

La squadra merita un voto altissimo. Ce l'hanno messa tutta per arrivare in fondo alle tre competizioni. Hanno sfiorato due finali e sono arrivati quarti in campionato. Niente male. Meritano un bel 9 e io glielo do volentieri.

Ora non ci resta che vedere di quali panni si vestirà la nuova Fiorentina. Chi sarà il prossimo allenatore (i nomi che girano sono da film horror) e quali investimenti faranno i dieci cervelli che gestiscono il settore sportivo della Fiorentina. Una cosa è certa, se la prima squadra sarà affidata a uno fra Paulo Sousa, Ventura e Donadoni, allora sarà la dimostrazione che aveva ragione Montella. Uno che la faccia ce l'ha sempre messa, uno che ci ha fatto divertire per tre anni. Ha fatto più punti di tutti gli allenatori "non vincenti" che si sono avvicendati sulla panchina viola. Ha rivitalizzato dei cadaveri travestiti da giocatori e ha convinto campioni a vestire la maglia viola. Per questo e per molto altro sento di dover ringraziare Vincenzo Montella augurandogli ogni fortuna e grandi successi. Ma li otterrà, magari all'ombra di quel Vesuvio che tanto ama e magari già dalla prossima stagione. In  tal caso, però, avranno avuto ragione i Della Valle.

Cibali