Antonio Conte guarda il futuro della Juve in Europa. Palesemente, quel che vede non gli piace |
Insomma, come già fece il portoghese alcune settimane fa, anche il leccese non nasconde la delusione. Conduce una squadra relativamente scarsa, non competitiva ai livelli che ritiene di meritare. A differenza dell'illustre leggenda, ha costruito sulle macerie – le macerie di calciopoli e di stagioni pessime; nelle prime due annate ha messo in mostra anche un bel gioco, in questa ha gestito il declino affidandosi a una difesa pressoché imperforabile, e vincendo spesso le partite di scarto minimo ma inesorabilmente (undici volte per uno a zero …), come capitava al Milan nell'anno del terzo scudetto consecutivo di Capello. L'impressione è che il ciclo bianconero possa proseguire agevolmente, profittando della confusione regnante a Milano. Umano, per un coach in ascesa, non accontentarsi; don Fabio, da uguale trampolino di risultati (ma con una Coppa dei campioni aggiunta alla bacheca in quel triennio), volò verso la propria consacrazione universale.
Nel frattempo, piovono banane all'Atleti Azzurri d'Italia (Bergamo), mentre il Bologna precipita (com'era scontato da mesi accadesse) in serie B. Al Meazza c'è una serata di clima civile, 'ingentilito' dall'occasione tuttavia speciale, come senz'altro è stata l'attività agonistica di un pedatore ultra quarantenne, giunto al capolinea con aura da ultimo simbolo dell'Internazionale: Javier Zanetti. Insieme a lui, sembra sbaracchi tutta la storica colonna argentina. In ritardo sui tempi della logica, ma anche questo capitolo della storia calcistica di Milano (e perciò dell'Italia) si chiude.
Manchester è sempre, nella terra madre, il baricentro del football. Citizens o Red Devils si confermano al vertice, nel nome dell'alternanza. Quest'anno è stato il turno del City |
In Spagna, invece, nulla è cambiato. Match-ball per il Barça, che servirà a Camp Nou nell'ultima sfida, contro l'Atlético; ma i catalani, al Manuel Martinéz Valero di Elche (card), hanno esibito tutta la loro stanchezza fisica e mentale di questa primavera. Nel frattempo, Carletto ha mollato i pappafichi, incassando due sconfitte consecutive. Con sei punti, i Blancos sarebbero praticamente campioni; invece sono fuori dai giochi, e serbano ogni pensiero alla decima – pericolosa, questa ossessione. I Colchoneros tengono stretta l'anima in tutti i modi possibili, hanno qualche minuto per incenerire la storia, Simeone ha modellato un XI con pochi uguali al mondo (oggi, anzi, unico al mondo) per intensità e volontà agonistica. Il Malaga regge l'urto, in un Manzanares – destinato, purtroppo e come si sa, alla demolizione - che trabocca di emozioni impensabili. Resteranno nell'aria (e nei nostri ricordi) per molto tempo, comunque vada.
Mans