2 maggio 2013

L'invasione dell'Inghilterra



Il 25 maggio, dunque, i tedeschi potranno coronare un loro antico - e per fortuna mai realizzato - sogno: invadere l'Inghilterra. Sarà un'invasione festosa, e le uniche lacrime verranno versate dai followers della squadra che tornerà in patria senza poter sbucare dal portellone dell'aereo esibendo la coppa.

Per la quarta volta, il più ambito trofeo continentale sarà conteso da due XI dello stesso paese. In effetti, dei tradizionali quattro grandi campionati nazionali, finora solo la Bundesliga aveva mancato l'en-plein. L'evento, peraltro, non è nemmeno statisticamente eccezionale: si registra quest'anno (appunto) per la quarta volta nelle ultime quattordici edizioni della CL - come dire, almeno in una occasione su tre o su quattro. Ricordiamo i precedenti: Real Madrid-Valencia nel 2000, Milan-Juventus nel 2003, Manchester United-Chelsea nel 2008. Valencia e Chelsea erano giunte per la prima volta all'atto finale. Milan-Juventus, e ora Bayern-Borussia Dortmund sono due 'classiche'. Sfide tra club già entrati nell'albo d'oro. La storia dice che, finora, per la squadra di minor blasone e tradizione europea non c'è mai stato scampo: le finali premiarono nell'ordine Real Madrid, Milan e Manchester United - aristocrazia assoluta del continente, club che già avevano trionfato in edizioni della competizione in diverse epoche della sua e della loro storia.

Il volto della sconfitta
Con questo, e non solo per questo, il pronostico - oltre che la logica - pende tutto dalla parte del Bayern, che a Wembley giocherà la decima finale (sinora quattro vinte e cinque perse). La facilità irrisoria con cui ha spazzato via un quinquennio di dominio barcellonista è già di diritto entrata nella storia del football, benché  qualche attenuante ai catalani vada pur riconosciuta - mi riferisco naturalmente all'indisponibilità di Messi, che ne ha reso del tutto sterile, lenta e prevedibile la manovra offensiva. Nessuna attenuante, invece, per il Real Madrid. Sui giornali di ieri si leggeva di "impresa sfiorata" dai Blancos: sarebbe loro bastato un solo gol, un terzo gol, per andare a Wembley. Onestamente, se il Dortmund verso il quarto d'ora del secondo tempo non avesse cessato di ripartire a duecento all'ora, appagato come pareva dalla propria superiorità e stupefatto dalla (non inedita) propensione all'indicibile spreco, anche quel match poteva prendere la piega che ha preso poi quello giocato a Camp Nou. Si avvertiva netta la sensazione che, ne avesse avuto bisogno, la banda di Klopp avrebbe raso al suolo un'altra volta lo sgangherato XI di Mourinho. La superiore qualità di gioco e di organizzazione era imbarazzante. Nonostante lo score finale dica di un apparente equilibrio, non ho dubbi nel ritenere sia il Real a uscire di scena nella maniera più umiliante. Se non altro perché Cristiano ha giocato al Bernabéu, ed è stato - come sempre gli succede nelle serate che fanno la storia - impalpabile. Un campione celebrato ben oltre i suoi reali meriti, ben oltre le sue reali capacità. Il Real conclude dunque il ciclo mourinhano senza una sola finale di CL; si terrà una Liga su tre; alzerà forse la seconda Copa del Rey. Un triennio chiaramente fallimentare: il triennio della collezione di figurine e di figuracce. Con Carletto, se davvero accetterà di sedersi sulla panchina più difficile del mondo, almeno tornerà ad essere qualcosa di più somigliante a una squadra di calcio: c'è da scommetterci.

Il Barça invece arriva all'epilogo di un glorioso e spettacolare ciclo; quella vista ieri sera era una macchina senza più benzina, idee, fiducia in se stessa. Ha trovato un avversario in grado di imporgli il proprio gioco, di avvelenarlo del veleno con il quale normalmente paralizzava ogni rivale: non era mai accaduto. Il mutamento di scenario che preventivavo alcuni mesi fa [vedi] sembra dunque già avvenuto. Quando, alla metà del secondo tempo, il palcoscenico è abbandonato anche da Xavi e da Iniesta, si è materializzata la resa: una resa definitiva e simbolica. Da dove ripartiranno a Barcellona? E' questo uno dei temi più interessanti all'ordine del giorno della prossima stagione.

Wembley negli occhi di Heynckes
Per ora, limitiamoci a pregustare la finale. Dopodomani Borussia e Bayern ci offrono l'antipasto, in un match 'inutile' di Bundesliga. Allo stato, sembrano entrambe al top della condizione atletica. I bavaresi appaiono più concreti, smaliziati e compatti; i gialloneri più arrembanti, capaci di accelerazioni mostruose ma da esiti troppo spesso imprecisi. I primi sanno capitalizzare, gli altri entusiasmano e scialacquano. Può cambiare qualcosa in tre settimane? Può, una delle due - o entrambe - scadere di forma? Un anno fa, nella finale di Coppa di Germania, il Dortmund vinse 5-2. Quest'anno, in Bundesliga e a Monaco, è finita pari. Precedenti che dicono poco, ma se non altro escludono che a Dortmund soffrano complessi di inferiorità. Vedremo. Il vecchio Jupp è vicino a compiere il suo capolavoro; aveva già vinto la coppa sulla panca del Real, senza però entusiasmare. Il giovane Klopp lascerebbe un segno profondissimo, perché ha organizzato tutta la stagione avendo in mente solo questo obiettivo: arrivare a Wembley. Essendo il calcio un mistero agonistico, preferisco rinunciare sin da ora a ogni previsione. Anzi, non ci rinuncio. Due a due nei 90', tre a tre dopo i supplementari. Poi, nell'ottica del risarcimento, Eupalla sceglierà il Bayern.

Mans