Cartoline di stagione: 4° turno 2015-16
Quando i campionati iniziano, di solito accadono cose strane. Servono a illudere che possano esserci cambiamenti, ribaltamenti, inversioni di tendenza. Prendete la Liga. Il circo dei gol, delle partite con risultati tennistici, dei pedatori extraterrestri. Ecco, al netto di Granada-Eibar, che si gioca stasera, otto gol in nove partite. Tirchioni, come da noi negli anni Sessanta e Settanta. Guardate Real e Barça, due macchine infernali che a fine torneo sommano di regola più di duecento timbri: ieri, in due, una sola volta a rete. Messi ha persino ciccato un rigore, il che l'ha depresso anzichenò.
Lo specchio di porta sarà interamente coperto quando Thibaud Courtois avrà completato la sua distensione |
Ma sì, siamo solo alle prime battute. Presto, tutto si rimetterà a posto, anche il Real col nuovo modulo tipico di Benitez (ma dove giocherà James? Intanto, alla prima era in panca; e dove giocherà Kovacic? Ha fatto gli ultimi venti minuti di partita, a Gijon, e ha ricominciato da dove aveva finito all'Inter: misterioso e inconsistente). Siamo alle prime battute dappertutto, e così per esempio anche Chelsea e Bayern hanno faticato a vincere le loro gare esterne, sulla carta facilissime. Ma entrambe si sono trovate all'improvviso in dieci, in situazioni di parità, con un avversario sul dischetto del rigore. Le lunghe leve di Courtois e la mole intimidatoria di Neuer sortiscono però quel che devono sortire, e poi ci pensano i top-player. Sfortuna e ovvia broccaggine impediscono a WBA e Hoffenheim di raccogliere punti.
Sguardi esterefatti "Tocca a me distribuire il gioco? Oh santa Madonna di Campagna!" |
Siamo alle prime battute, ma che la Juve potesse steccare il vernissage nella cornice come sempre entusiasta dello Stadium è evento su cui nessuno avrebbe scommesso. Il pre-campionato, del resto, era parso anonimo, e anche la scampagnata in Cina aveva soddisfatto solo quelli che dormono con l'albo d'oro sotto il cuscino. Ieri pomeriggio, all'anzidetto Stadium, l'allenatore ha iniziato a mostrare quelle capacità che gente dominante (in campo e - si presume - nello spogliatoio) come Pirlo, Tevez e persino Vidal avevano abilmente occultato nella scorsa stagione. Come una grande star, ha provato il colpo a effetto, la trovata geniale: Padoin in cabina di regia. Da Pirlo a Padoin il passo è così lungo da non potersi nemmeno misurare; è vero che Marchisio (il 'successore' designato, con caratteristiche dinamiche che ad Allegri piacciono di più) è fuori, che è fuori anche Khedira (come sempre, da un paio d'anni), ma davvero la scelta tattica è di quelle che lasciano prima a bocca aperta, poi a bocca storta. Così, dopo un primo tempo d'attesa friulana e di vano ruminìo bianconero, nel secondo Colantuono libera i suoi: pressing alto e contropiede veloce. Che sia finita solo uno a zero per loro - in quelle condizioni tattiche e tecniche - è persino strano.
Come un aereo che in volo ...
Rodrigo Ely travolge Kalinić
e si becca il secondo giallo in mezz'ora
|
Siamo alle prime battute, ma su certi campi sembrava di essere ancora nella stagione finita da un po'. Al Meazza, per esempio, ma anche al Franchi. Che dire di Inter e Milan? Senza la superiorità numerica negli ultimi venti minuti i bauscia non avrebbero mai trovato la via del gol (c'è voluta una giocata estemporanea e di alta classe del montenegrino), e non hanno palesato miglioramenti di gioco, Kondo è un oggetto abbastanza misterioso, Icardi viene rischiato e perso a inizio partita. I cacciaviti sono parsi indeboliti nel loro punto già debole, e cioè nell'assetto difensivo. Ripetutamente bucati dalle verticalizzazioni dei viola. Inadeguati, insomma. Qualcuno potrebbe spiegare perché Rodrigo Ely - alti e bassi, cartellini gialli e rossi a gogò nell'Avellino, in Serie B - deve giocare titolare quest'anno nel Milan? Per non dire della cosiddetta 'zona nevralgica', il centrocampo, là dove si dovrebbe badare a distruggere preventivamente il gioco altrui (De Jong è in questo uno specialista) ma soprattutto a crearlo: buio assoluto, e nessuna soluzione all'orizzonte. Come Allegri, anche Sinisa ha toppato la prima. Tra due turni, dopo la sosta, ci sarà già il derby. L'Inter ci arriverà (atteso alla seconda dal Carpi, che purtroppo ha già prenotato la parte della squadra-materasso o della banda del buco - luoghi comuni tra cui scegliere) con un'altra mezza dozzina di giocatori in rosa ma presumibilmente a punteggio pieno, e il Milan sarà costretto a vincerlo. Non dovesse farcela, dovrà subito trovare il modo di emergere dalle sabbie mobili, aggrappandosi a qualcuno degli eterni ritorni (e ricordi) cui Galliani non smette mai di pensare.
Mans