17 marzo 2014

El Pibe de Oro, Vol. 2

24 agosto 2005, Camp Nou.
Messi al Gamper: "Show me the money"
Brusca interruzione nella trattativa per il rinnovamento del contratto di Leo Messi. La discussione verte soprattutto sullo stipendio fisso: l'insignificante differenza tra le parti è di un lordo di 45 milioni di euro, nove per ognuna delle prossime cinque stagioni. A ciò vanno sommate le resistenze della dirigenza su una serie di premi e variabili, sui diritti dʼimmagine – il calciatore esige conservarne la totalità – e gli sponsor: principale vulnus pare essere l'ovvia idiosincrasia tra uno degli sponsor personali del giocatore, Turkish Airlines, con Qatar Airways, massimo patrocinatore del Barça.

2 febbraio 2013: Sandro Rosell e Leo Messi, l'ultima firma
La richiesta di un nuovo upgrade non è una novità nel sodalizio tra la Pulga e il Fútbol Club Barcelona. Il contratto, dal debutto da professionista di Lionel Andrés Messi Cuccittini nel club, è stato rivisto già sei volte: la prima nel giugno 2005, dopo aver vinto il Mondiale Under 20 con l'Argentina, ma soli tre mesi più tardi, la scintillante esibizione nel Trofeo Gamper contro la Juve è una motivazione più che sufficiente per reclamare un primo aumento. A gennaio del 2007 firma fino al 2014 (per 8,5 milioni all'anno, con una clausola rescissoria di 150); l'anno dopo, la partenza di Ronaldinho è l'occasione ideale che gli consente di forzare ancora la mano e strappare un consistente ritocco ai quadri culé, intimoriti da una possibile fuga verso nuovi capitali. Altra firma nel settembre del 2009 (aggiornamento a 11 milioni all'anno e clausola di 250), con rinnovo fino al 2016, fino all'ultimo perfezionamento del febbraio 2013, con estensione dell'accordo sino a giugno 2018. 

L'estate scorsa qualcosa si è incrinato. Il ricco e torbido contratto di Neymar ha smosso le acque nel milionario spogliatoio blaugrana e – ça va sans dire – nel famelico appetito del '10'. In un primo momento, il procuratore era stato ammansito dalle promesse dell'allora presidente Rosell, le cui dimissioni (per il caso delle presunte irregolarità nell'acquisto del cartellino dell'astro nascente brasiliano) hanno posticipato la negoziazione. Non a lungo, però: pochi giorni dopo l'insediamento il nuovo presi Bartomeu (gennaio 2013), consapevole dell'impellente priorità della questione, comincia a trattare con l'entourage di Leo, che fa prontamente recapitare le proprie esose richieste affinché gli spettatori del Camp Nou possano continuare a godere dello spettacolo messian(ic)o. 

Neymar e Messi: equilibri complicati, in campo e fuori
In forcing sul Barça agisce il degno rappresentante del campione, il padre Jorge Horacio, recentemente reo confesso di una frode ai danni del fisco di 4,1 milioni, perpetrata attraverso la cessione dei diritti di immagine di Leo a imprese fantasma in paradisi fiscali. Un raggiro realizzato – a suo dire – all'insaputa del figlio (ventisettenne), che ha pagato unʼammenda e confermato la versione paterna davanti al giudice, asserendo candidamente: "De la plata (denaro, ndr) se ocupa mi papá".Sull'altro versante, il vicepresidente economico del Barça, Javier Faus, dichiara di non comprendere perché il suo club debba ritoccare il contratto di Messi ogni sei mesi. Dietro l'angolo delle trattative il PSG, sornione, vigila.

Duca