24 agosto 2005, Camp Nou. Messi al Gamper: "Show me the money" |
2 febbraio 2013: Sandro Rosell e Leo Messi, l'ultima firma |
La
richiesta di un nuovo upgrade non è
una novità nel sodalizio tra la Pulga e
il Fútbol Club Barcelona. Il contratto, dal debutto da professionista di Lionel
Andrés Messi Cuccittini nel club, è stato rivisto già sei volte: la prima nel
giugno 2005, dopo aver vinto il Mondiale Under 20 con l'Argentina, ma soli tre
mesi più tardi, la scintillante esibizione nel Trofeo Gamper contro la Juve è
una motivazione più che sufficiente per reclamare un primo aumento. A gennaio del 2007 firma fino al 2014 (per 8,5 milioni
all'anno, con una clausola rescissoria di 150); l'anno dopo, la partenza di
Ronaldinho è l'occasione ideale che gli consente di forzare ancora la mano e
strappare un consistente ritocco ai quadri culé, intimoriti da una possibile
fuga verso nuovi capitali. Altra firma nel settembre del 2009 (aggiornamento a
11 milioni all'anno e clausola di 250), con rinnovo fino al 2016, fino
all'ultimo perfezionamento del febbraio 2013, con estensione dell'accordo sino
a giugno 2018.
In forcing sul Barça agisce il degno rappresentante del campione, il padre Jorge Horacio, recentemente reo confesso di una frode ai danni del fisco di 4,1 milioni, perpetrata attraverso la cessione dei diritti di immagine di Leo a imprese fantasma in paradisi fiscali. Un raggiro realizzato – a suo dire – all'insaputa del figlio (ventisettenne), che ha pagato unʼammenda e confermato la versione paterna davanti al giudice, asserendo candidamente: "De la plata (denaro, ndr) se ocupa mi papá".Sull'altro versante, il vicepresidente economico del Barça, Javier Faus, dichiara di non comprendere perché il suo club debba ritoccare il contratto di Messi ogni sei mesi. Dietro l'angolo delle trattative il PSG, sornione, vigila.
Duca