Altro che coppa, qui siamo al capocollo. Due bellissime partite a Londra e Milano hanno salutato la seconda mandata del turno d'andata degli ottavi di Champions. Con un bel botto: la lezione tattica che il Milan eptacampione ha rifilato inopinatamente al Barça quadripallico. Comincio da qui la mia ciarla.
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20 febbraio 2013, Stadio Giuseppe Meazza, Milano
Andrés Iniesta Luján balla da solo in mezzo ai Diavoli |
In uno scambio di opinioni con Mans alla vigilia avevo pronosticato una vittoria di misura dei catalani ma non una mareggiata, come invece lui paventava. Il Barcellona è una delle squadre maggiori dell'empireo eupallico, ma quest'anno mostra qualche ruga, che riassumerei nell'allungarsi dei tempi di transizione: con Guardiola la squadra aveva raggiunto quel magnifico
continuum - che è entrato nella storia del calcio - tra possesso e
pressing; senza di lui l'intensità di gioco - non l'idea o gli schemi applicativi - è venuta meno. Mercoledì sera il Barça ha giocato come suole i primi 10 minuti, poi ha smarrito il ritmo, grazie anche alla tattica preparata da Allegri, e ha perso il filo del gioco, della propria identità. Nemmeno all'inizio del secondo tempo è stato capace di riproporsi diversamente. A quel punto mi è venuto da riflettere che, senza ritmo, il Barça attuale scade pericolosamente a squadra normale: e nemmeno due minuti dopo ha beccato il gol, che cominciava ad aleggiare.
Ho allora aperto la
Gazza e mi sono messo a rileggere il commento che Arrigo Sacchi aveva scritto alla vigilia: "Le strategie che potrebbero mettere in difficoltà Messi &C. sono: un compagine con undici giocatori che partecipano alla fase difensiva ostacolando già a centrocampo i difensori e i centrocampisti avversari, onde evitare servizi precisi a Messi e compagni, e la capacità di ripartire con contrattacchi rapidi. Gli uomini di Allegri dovranno essere molto organizzati e con undici calciatori sempre in posizione attiva con o senza palla ben collocati e connessi tra loro. Un blocco che si muove in 30 metri sempre pronto alle marcature, anticipi, raddoppi e pressing che sono le premesse per le ripartenze. Queste potrebbero fare assai male ad una difesa non sempre ben allineata, a volte sbilanciata e con Piqué non velocissimo. I rossoneri non dovrebbero attuare un pressing a tutto campo, ma circoscritto al centrocampo senza arretrare troppo vicino alla propria aria. Le ripartenze sono la migliore difesa [...]. Marcare Messi a uomo sarebbe un errore e andrebbe contro la storia del Milan. [...] Il Milan potrà fermarlo con un'organizzazione collettiva difensiva che sappia attuare pressing e raddoppi. Il Barça non è più aggressivo come nell'epoca Guardiola e consente di respirare e organizzare gioco e ripartenze. Sarà vietato farsi sorprendere dai loro contrattacchi quindi sarà necessario un buon filtro e chiusure preventive. I movimenti di taglio di El Shaarawy o gli smarcamenti a coppia (uno va e uno viene) o le penetrazioni di Boateng con l'arretramento di Pazzini, potrebbero mettere in difficoltà una difesa non sempre attenta [...]. Messi ha sempre sofferto le squadre italiane chiuse pronte al raddoppio. Penso che la buona organizzazione, la capacita di trovare i tempi per il pressing e le ripartenze, saranno le carte vincenti necessarie per compiere l'impresa"
[leggi]. Aveva predetto tutto ...
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19 febbraio 2013, Emirates Stadium, London
La batosta in salsa bavarese
è dolorosissima per gli arsenalotti |
Mastro Arrigo è uno dei pochi uomini di calcio davanti ai quali sempre mi tolgo il cappello e ascolto col rispetto cui induce la
dignitas. Anche perché è la dimostrazione che non occorre avere pedatato per capire di calcio, come invece credono i Nesci. Ora, i Blaugrana hanno certo la
potestas per recuperare al Camp Nou la qualificazione, e ci proveranno: ma non sarà facile. Perché ormai si è definito il canone dell'anticorpo. A gettarne le basi è stato Guus Hiddink nel doppio confronto di semifinale del 2009 in cui imbrigliò magistralmente la fluidità emergente del team di Guardiola (0:0 a Barcellona, 1:1 a Londra tra le polemiche per i rigori non concessi ai Blues da Ovrebo e l'Iniestazo al 93°
[vedi]), con gran scandalo dei puristi che esecrarono il "catenaccio" del guru olandese. L'anno successivo fu l'Inter di Mourinho a proporre la memorabile Maginot sulla linea dell'area di rigore al Camp Nou, che indusse Jonathan Wilson a porre una
questio epistemologica non irrilevante: "Will Inter's successful performance at Barcelona, when they had 16% possession, be seen as a turning point in football?"
[leggi]. Più prosaicamente Di Matteo parcheggiò poi in area l'autobus a due piani
[vedi], il Celtic fece piangere Rod Steward
[vedi], e finalmente ieri il Milan di Allegri ha messo a nudo tutti i limiti dei catalani. Con una partita perfetta, che ha messo d'accordo il diabbolo con l'acqua santa: vale a dire, la preconizzazione di Arrigo ("Le ripartenze sono la migliore difesa") con il commento
ex post di un'erede dichiarato del Gioânn come Mario Sconcerti ("perché lì stava il sentimento e la logica, perché quello è forse il nostro calcio, l'intera sapienza dei nostri grandi padri, da Pozzo a Bearzot fino a Lippi e Capello"
[leggi]; e si noti la censura di un nome che ha fondato il grande Milan berlusconiano ...). In breve: solo il calcio all'italiana ha dimostrato di saper fermare il calcio totale del Barcellona di Guardiola % C. Di questo, per oggi, accontentiamoci.
Vorrei parlare anche della più bella mezz'ora di calcio (finora) di questa stagione
[rivedila]: quella inscenata dal Bayern all'Emirates Stadium. Anche qui un calcio totale, di palleggio e movimento, ma senza il presupposto del possesso palla. Non voglio però tediare oltre misura, e mi riprometto di tornarci su tra due settimane, quando anche i giornalisti cominceranno a rendersi conto del perché il Pep ha scelto Monaco di Baviera e non l'Inghilterra ...
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20 febbraio 2013, Ali Sami Yen Spor Kompleksi, Istanbul
Julian Draxler riesce a sfuggire al maglio del Mastro Ferraio |
Non ho visto Porto vs Málaga, di cui leggo la noia tattica nei resoconti. Ho intravisto invece - per larghi tratti - le folate di Galatasaray vs Schalke, in cui ho ammirato il mio nuovo pupillo, il capocannoniere della CL 2013 dal bellissimo nome, Burak Yılmaz, capace di numeri di classe e inesorabili score. Ne risentiremo parlare certamente. Come anche di Julian Draxler, di cui avevo letto grazie ai pochi che nel web sanno di calcio
[leggi], ma che ieri ho visto per la prima volta giocare ad alto livello: è un '93, centrocampista offensivo, capace di inserirsi, suggerire, scambiare e andare al tiro (un Ballack potenzialmente migliore?). Diciamo che dall'Ali Sami Yen Spor Kompleksi di Istanbul ho potuto appagare fino in fondo i sensi voyeuristici. Chiudo con le mie percentuali di speranza per il passaggio del turno: Málaga 33%, Arsenal 2% (il doppio del Celtic), Galatasaray 40%, Barcelona 40% di stima. Vedarém.
Azor
19 febbraio 2013, Stadio: Estádio do Dragão, Porto
FC Porto - Málaga Club de Fútbol 1:0
19 febbraio 2013, Emirates Stadium, London
Arsenal FC - FC Bayern München 1:3
20 febbraio 2013, Ali Sami Yen Spor Kompleksi, Istanbul
Galatasaray SK - FC Schalke 04 1:1
20 febbraio 2013, Stadio Giuseppe Meazza, Milano
AC Milan - FC Barcelona 2:0
Tabellino | HL [6:55] | FM | Analisi tattica
Commenti: Beccantini 01 - 02 | Lowe 01 - 02
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19 febbraio 2013, Estádio do Dragão, Porto
João Filipe Iria Santos Moutinho
come sempre tra i migliori nelle occasioni di gala |