22 febbraio 2013

Tra capo e collo

Altro che coppa, qui siamo al capocollo. Due bellissime partite a Londra e Milano hanno salutato la seconda mandata del turno d'andata degli ottavi di Champions. Con un bel botto: la lezione tattica che il Milan eptacampione ha rifilato inopinatamente al Barça quadripallico. Comincio da qui la mia ciarla.

20 febbraio 2013, Stadio Giuseppe Meazza, Milano
Andrés Iniesta Luján balla da solo in mezzo ai Diavoli
In uno scambio di opinioni con Mans alla vigilia avevo pronosticato una vittoria di misura dei catalani ma non una mareggiata, come invece lui paventava. Il Barcellona è una delle squadre maggiori dell'empireo eupallico, ma quest'anno mostra qualche ruga, che riassumerei nell'allungarsi dei tempi di transizione: con Guardiola la squadra aveva raggiunto quel magnifico continuum - che è entrato nella storia del calcio - tra possesso e pressing; senza di lui l'intensità di gioco - non l'idea o gli schemi applicativi - è venuta meno. Mercoledì sera il Barça ha giocato come suole i primi 10 minuti, poi ha smarrito il ritmo, grazie anche alla tattica preparata da Allegri, e ha perso il filo del gioco, della propria identità. Nemmeno all'inizio del secondo tempo è stato capace di riproporsi diversamente. A quel punto mi è venuto da riflettere che, senza ritmo, il Barça attuale scade pericolosamente a squadra normale: e nemmeno due minuti dopo ha beccato il gol, che cominciava ad aleggiare.

Ho allora aperto la Gazza e mi sono messo a rileggere il commento che Arrigo Sacchi aveva scritto alla vigilia: "Le strategie che potrebbero mettere in difficoltà Messi &C. sono: un compagine con undici giocatori che partecipano alla fase difensiva ostacolando già a centrocampo i difensori e i centrocampisti avversari, onde evitare servizi precisi a Messi e compagni, e la capacità di ripartire con contrattacchi rapidi. Gli uomini di Allegri dovranno essere molto organizzati e con undici calciatori sempre in posizione attiva con o senza palla ben collocati e connessi tra loro. Un blocco che si muove in 30 metri sempre pronto alle marcature, anticipi, raddoppi e pressing che sono le premesse per le ripartenze. Queste potrebbero fare assai male ad una difesa non sempre ben allineata, a volte sbilanciata e con Piqué non velocissimo. I rossoneri non dovrebbero attuare un pressing a tutto campo, ma circoscritto al centrocampo senza arretrare troppo vicino alla propria aria. Le ripartenze sono la migliore difesa [...]. Marcare Messi a uomo sarebbe un errore e andrebbe contro la storia del Milan. [...] Il Milan potrà fermarlo con un'organizzazione collettiva difensiva che sappia attuare pressing e raddoppi. Il Barça non è più aggressivo come nell'epoca Guardiola e consente di respirare e organizzare gioco e ripartenze. Sarà vietato farsi sorprendere dai loro contrattacchi quindi sarà necessario un buon filtro e chiusure preventive. I movimenti di taglio di El Shaarawy o gli smarcamenti a coppia (uno va e uno viene) o le penetrazioni di Boateng con l'arretramento di Pazzini, potrebbero mettere in difficoltà una difesa non sempre attenta [...]. Messi ha sempre sofferto le squadre italiane chiuse pronte al raddoppio. Penso che la buona organizzazione, la capacita di trovare i tempi per il pressing e le ripartenze, saranno le carte vincenti necessarie per compiere l'impresa" [leggi]. Aveva predetto tutto ...

19 febbraio 2013, Emirates Stadium, London
La batosta in salsa bavarese
è dolorosissima per gli arsenalotti
Mastro Arrigo è uno dei pochi uomini di calcio davanti ai quali sempre mi tolgo il cappello e ascolto col rispetto cui induce la dignitas. Anche perché è la dimostrazione che non occorre avere pedatato per capire di calcio, come invece credono i Nesci. Ora, i Blaugrana hanno certo la potestas per recuperare al Camp Nou la qualificazione, e ci proveranno: ma non sarà facile. Perché ormai si è definito il canone dell'anticorpo. A gettarne le basi è stato Guus Hiddink nel doppio confronto di semifinale del 2009 in cui imbrigliò magistralmente la fluidità emergente del team di Guardiola (0:0 a Barcellona, 1:1 a Londra tra le polemiche per i rigori non concessi ai Blues da Ovrebo e l'Iniestazo al 93° [vedi]), con gran scandalo dei puristi che esecrarono il "catenaccio" del guru olandese. L'anno successivo fu l'Inter di Mourinho a proporre la memorabile Maginot sulla linea dell'area di rigore al Camp Nou, che indusse Jonathan Wilson a porre una questio epistemologica non irrilevante: "Will Inter's successful performance at Barcelona, when they had 16% possession, be seen as a turning point in football?" [leggi]. Più prosaicamente Di Matteo parcheggiò poi in area l'autobus a due piani [vedi], il Celtic fece piangere Rod Steward [vedi], e finalmente ieri il Milan di Allegri ha messo a nudo tutti i limiti dei catalani. Con una partita perfetta, che ha messo d'accordo il diabbolo con l'acqua santa: vale a dire, la preconizzazione di Arrigo ("Le ripartenze sono la migliore difesa") con il commento ex post di un'erede dichiarato del Gioânn come Mario Sconcerti ("perché lì stava il sentimento e la logica, perché quello è forse il nostro calcio, l'intera sapienza dei nostri grandi padri, da Pozzo a Bearzot fino a Lippi e Capello" [leggi]; e si noti la censura di un nome che ha fondato il grande Milan berlusconiano ...). In breve: solo il calcio all'italiana ha dimostrato di saper fermare il calcio totale del Barcellona di Guardiola % C. Di questo, per oggi, accontentiamoci.

Vorrei parlare anche della più bella mezz'ora di calcio (finora) di questa stagione [rivedila]: quella inscenata dal Bayern all'Emirates Stadium. Anche qui un calcio totale, di palleggio e movimento, ma senza il presupposto del possesso palla. Non voglio però tediare oltre misura, e mi riprometto di tornarci su tra due settimane, quando anche i giornalisti cominceranno a rendersi conto del perché il Pep ha scelto Monaco di Baviera e non l'Inghilterra ...

20 febbraio 2013, Ali Sami Yen Spor Kompleksi, Istanbul
Julian Draxler riesce a sfuggire al maglio del Mastro Ferraio
Non ho visto Porto vs Málaga, di cui leggo la noia tattica nei resoconti. Ho intravisto invece - per larghi tratti - le folate di Galatasaray vs Schalke, in cui ho ammirato il mio nuovo pupillo, il capocannoniere della CL 2013 dal bellissimo nome, Burak Yılmaz, capace di numeri di classe e inesorabili score. Ne risentiremo parlare certamente. Come anche di Julian Draxler, di cui avevo letto grazie ai pochi che nel web sanno di calcio [leggi], ma che ieri ho visto per la prima volta giocare ad alto livello: è un '93, centrocampista offensivo, capace di inserirsi, suggerire, scambiare e andare al tiro (un Ballack potenzialmente migliore?). Diciamo che dall'Ali Sami Yen Spor Kompleksi di Istanbul ho potuto appagare fino in fondo i sensi voyeuristici. Chiudo con le mie percentuali di speranza per il passaggio del turno: Málaga 33%, Arsenal 2% (il doppio del Celtic), Galatasaray 40%, Barcelona 40% di stima. Vedarém.

Azor
Il secondo vassoio di coppa
[vedi il primo]

19 febbraio 2013, Stadio: Estádio do Dragão, Porto
FC Porto - Málaga Club de Fútbol 1:0
Tabellino | HL [4:29]
Commenti: So Foot

19 febbraio 2013, Emirates Stadium, London
Arsenal FC - FC Bayern München 1:3
Tabellino | HL [6:42] | FM | Analisi tattica
Commenti: Glanville | Wilson

20 febbraio 2013, Ali Sami Yen Spor Kompleksi, Istanbul 
Galatasaray SK - FC Schalke 04 1:1
Tabellino | HL [7:43]
Commenti: Wilson 

20 febbraio 2013, Stadio Giuseppe Meazza, Milano
AC Milan - FC Barcelona 2:0
Tabellino | HL [6:55] | FM | Analisi tattica
Commenti: Beccantini  01 - 02 | Lowe 01 - 02


19 febbraio 2013, Estádio do Dragão, Porto
João Filipe Iria Santos Moutinho
come sempre tra i migliori nelle occasioni di gala