28 novembre 2013

Partite estenuanti nel gelo

Fettine di coppa: quinto turno 2013-14

Barbuto e agile, l'egiziano Mohamed Salah
fa esplodere il St. Jakob
In queste due serate che anticipano la chiusura del Group stage pochi erano i match con punti davvero pesanti in palio per entrambe le contendenti, e svariati gli XI ridotti a lottare nel gelo per proseguire l'avventura europea nel torneo meno nobile. Sono loro a regalare le partite migliori, quelle più incerte e spettacolari: il Viktoria Plzen al City of Manchester, l'Anderlecht soccombente in casa col disperato Benfica. Viceversa, prive di emozioni e presto consegnate alla storia (ma non alla memoria) le goleade di United e Real; soffre ma vince di largo punteggio anche Lucescu, più che altro a testimoniare il momento non brillante della pedata basca. Dopo cinque turni, solo sei posti nel tabellone degli ottavi sono già matematicamente assegnati, e qualche salvacondotto sarà distribuito nell'ultimo (10-11 dicembre) in sfide che si preannunciano tese e drammatiche: Milan-Ajax, Galatasaray-Juventus, Schalke-Basilea (a proposito: gli elvetici sono l'attuale bestia nera di Mou, avendo bissato con un gollettino in zona Cesarini il successo già ottenuto a Stamford Bridge, platonicamente vendicando le due sconfitte subite in primavera nelle semifinali di EL). Allo stato, unici (e non per caso) a punteggio pieno quelli del Bayern, a ulteriore illustrazione di un'egemonia recente ma costruita per durare, e che attinge ora il record di vittorie consecutive (dieci) nella competizione.

Paradossale, ma non imprevista, la situazione di Napoli e Juventus, comparativamente considerata. I bianconeri, in un girone di difficoltà medio-bassa, sono riusciti finalmente a raggranellare tre punti al termine di 90 minuti di noia estenuante, faticando a piegare la resistenza del Football Club Copenaghen, terzo nella Superliga danese; basterà ora non perdere a Istanbul ma, come da risalente tradizione, le difficoltà juventine in Europa compensano un comodo signoreggiare domestico. Il Ciuccio, invece, è riuscito a vincere tre partite vere nel girone della morte, ma ora dovrà probabilmente schiantare i Gunners sotto una montagna di reti per evitare il precipizio nel purgatorio dell'Europa League. Obiettivamente, l'impresa pare ardua. E' il destino delle neofite; lo stesso che, sino all'anno scorso, caratterizzava le campagne continentali del City, club irroratissimo di stelle ma penalizzato dalla propria storia e quindi dal ranking. Dal canto suo, il malinconico autunno del Milan ritrova blasone e sprazzi di classe sull'ampio rettangolo di Celtic Park. E' bastato mantenere saldi i nervi e costante la concentrazione mentale per neutralizzare le velleità degli scozzesi, il cui modo di stare in campo è invariato da decenni; Mario e Riccardino insieme (se uno si 'tranquillizza', e se l'altro mantiene voglia e brillantezza), e preferibilmente in azioni di contropiede, possono fare molto male a difese anche più attrezzate di quella celtica. Vedremo.

Di questo quinto turno restano negli occhi soprattutto alcune pennellate d'autore: ieri sera il balletto di Drogba a preparare un assist di esterno destro per Bulut, giocata degna di Pelé; la meravigliosa e fortunata (quanto sostanzialmente inutile) serpentina di Isco; le ormai consuete rifiniture di Rooney, vero hombre-orchestra del rigalleggiante United, imbattuto da un po'; martedì, una sgroppata old style di Kakà, accelerazione bruciante e shoot a girare fuori di un nulla; e naturalmente i rovesciamenti di gioco a velocità pazzesche del Borussia, capaci di mandare in apnea (e alla lunga in asfissia) qualsiasi avversario. Aubameyang e Mkhitaryan sono i nomi - non ignoti, e più difficili da scrivere che da pronunciare - dei nuovi astronauti mandati in orbita da Kloppo.

Mans