4 novembre 2013

Un mistero agonistico

Cartoline di stagione: 13° turno 2013/2014

2 novembre 2013, Emirates Stadium, Londra
Daniel Sturridge spaventa l'incerta difesa dei Gunners
Cartolina dall'Emirates Stadium [card], per la partita di cartello del week end non solo inglese, che ci invita a contemplare uno dei "misteri agonistici" di questi anni, per dirla con Gianni Brera. Vale a dire la mirabolante penuria di trofei di una squadra capace di vincere partite anche importanti mostrando spesso un bellissimo calcio: si parla ovviamente dell'Arsenal di Arsène Wenger. Un bravo allenatore di giovani talenti ma dal palmarès non comparabile non solo con quelli dei Ferguson e dei Capello ma nemmeno con quelli dei Benitez o dei Simeone [vedi la VQA]. Anche sabato pomeriggio l'Arsenal si è prodotto in una gran partita, svelando il passo che ancora separa il Liverpool di Rodgers, che pure è cultore del gioco giocato, dal livello su cui veleggiano da anni i Gunners.

Riavvolgiamo un attimo il nastro. Da quando Wenger è il manager (cioè fa il mercato), e sono 18 stagioni, l'Arsenal ha vinto 3 Premier, 4 FA Cup e 4 Charity Shields (tutti concentrati tra 1998 e 2005) e giocato solo una finale europea (persa col Barcellona nel 2006). Tutti abbiamo però nella memoria alcune bellissime partite, non solo di campionato, ma anche in Europa: tra le tante, quelle contro il Real, il Barça, e l'anno scorso col Bayern. In quelle occasioni, come anche quest'anno col Napoli e in alcune partite Premier, come la stessa del week end contro il Liverpool, la squadra ha mostrato un gioco di "flusso" di alto livello estetico. Eppure, permane una sensazione di fondo di incompiutezza: belli ma non vincenti. Vedremo se quest'anno l'innesto di Mesut Özil e la fioritura di Aaron Ramsey saranno in grado di dare quel tocco in più di continuità nell'estro e nella forza a un organico giovane e di qualità ma senza veri campioni. Che intanto si gode la testa con 5 punti sulle inseguitrici, ma che deve ancora incontrare le favorite ai nastri: le mancuniane e il Chelsea.

Azor