10 novembre 2013, Old Trafford, Manchester Wayne Rooney in pressing sul portatore di palla avversario |
E allora non può non sovvenire una sovrapposizione memoriale. Wayne viene da lontano, infatti. Da un passato ancestrale del calcio della prima età moderna. Non è solo un giocatore "eclettico" - nella accezione sacchiana - cioè capace di giocare in ogni ruolo (e, in porta, sarebbe magari capace di parare anche i rigori, con quella reattività muscolare che ne corrobora la complessione compatta, taurina). E' anche un giocatore "totale", capace cioè di giocare più ruoli nella stessa partita, scardinando con la sua mobilità il rigore tattico che affligge il calcio di oggi, vittima di schemi e orfano di fantasia. Immaginiamocelo nell'Ungheria del 1954 o nell'Olanda 1974. Non solo non vi avrebbe sfigurato, ma probabilmente ne sarebbe stato uno dei grandi protagonisti. Più di quanto non lo sia nella modesta Inghilterra di questi anni. Rooney è un giocatore totale per squadre che giocano il calcio totale: e oggi ce ne sono davvero pochissime. Più che il Chelsea dove lo voleva Mourinho è nel Bayern di Guardiola che farebbe sfracelli, là in mezzo tra Robben e Ribery ...
Azor