27 gennaio 2015

Il dubbio fascino della tradizione, il nervosismo di Lara e le due squadre (già cugine) ora gemelle


Cartoline di stagione: 21° turno 2014-15

Mou in  conferenza stampa: prima o dopo la partita?
Chissà se davvero, come da tradizione, la Football Association Cup è ancora e davvero così importante. Chissà se invece, per i super-club, non è una seccatura. Specie quando ci sono all'orizzonte settimane intense, e competizioni di prestigio planetario. Come, per esempio (ma è solo un esempio), la Champions League. Ora, tutti sanno che Mourinho è uomo di impareggiabile furbizia (e cinismo). Quel che dice, ha sempre un significato apparente e uno preciso. Ma difficilmente allude. Quest'anno, la formazione-base del Chelsea è delineata, per lui. Giocano sempre gli stessi. I due intoccabili centrali inglesi. Il solidissimo serbo sulla destra. A sinistra, Luis Filipe solo se il basco è acciaccato. Davanti alla difesa, non si discute: Matić è la primissima scelta. I quattro trequartisti sono Fabregas, Hazard, Willian e Oscar. Davanti, Diego. Nel Fourth Round Proper della FA Cup, a Stamford, di fronte al Bradford City, Mou ha deciso per la seconda volta in stagione di fare turn-over. Si sa com'è finita: quattro a due (in rimonta da zero a due) per il Bradford. Bene. Mou aveva preventivamente affermato di considerare una disgrazia l'eventuale eliminazione. Mettendo le mani avanti, ha preso due piccioni con una fava: qualche partita in meno nella fase calda, e soprattutto la possibilità di umiliare le seconde linee, gente che (dice lui) se è ingaggiata dal Chelsea dovrebbe essere sempre pronta per giocare e per vincere [leggi]. Come a dire: visto che non siete in grado di venire a capo del Bradford, club di serie veramente inferiore e dunque di caratura proporzionata alla serie, non pretendete ora di andare in campo nelle partite che contano. Sconfitta inattesa dai più, ma sconfitta che naturalmente non lo riguarda. 

Del resto, anche ai rivali del City è toccata la medesima sorte. Omessi dal tabellone del quinto turno per mano del Boro (militante nella Championship). Pellegrini, però, non ha riempito l'XI di partenza con le sue presunte seconde linee. I big c'erano praticamente tutti. Due indizi, insomma, fanno una mezza prova. E' solo il fascino e la formula della coppa a generare questi sorprendenti risultati? Ai supporters dei due club, ovviamente, la cosa non sarà stata facile da digerire. Ai riccastri che li guidano, proiettati in una dimensione che non è certo quella ancora ottocentesca della FA Cup, probabilmente non importa nulla. 

"Come hai osato impedirmi di arrivare sulla palla e insaccarla?"
Lara Croft ha interrotto la sua sequenza, e la sua media-reti da inimitabile Pichichi del millennio si abbassa. Così, ecco i Blancos inchiodati sul pari a Cordoba quando la partita sta già tramontando. Lara si innervosisce. Obnubilato dall'astinenza, prende a pedate e schiaffi l'incolpevole Edimar Curitiba Fraga, difensore del Cordoba. Com'è accaduto, e perché? Semplicemente, a dieci minuti dalla fine, il brasiliano gli ha impedito di avventarsi su un pallone crossato nell'area piccola e dunque (e ipso facto) di scaraventarlo in rete. Per questo andava punito. Amen. Il perdono di Edimar l'ha ricevuto, le scuse via twitter le ha formalizzate. Ora si attende la sentenza sportiva. Tutti (o quasi) si augurano che il giudice sia clemente. Perché privare lo show della sua prima stella?

Spiccioli dalla Serie A. Anzi, da Milano. Curiosa situazione. Dopo venti partite (tutto il girone di andata e la prima di ritorno) Milan e Inter sono appaiate. Con gli stessi miseri 26 punti occupano esattamente il centro della classifica. Entrambe hanno vinto e perso sei partite, entrambe ne hanno pareggiate otto. L'Inter ha fatto un gol in più (29 a 28), ma ne ha ovviamente anche subito uno di più (26 a 25). Più che di squadre cugine, sembra si possa parlare di squadre gemelle. Entrambe, peraltro, hanno questo di particolare: stipendiano due allenatori - ma il Milan spende meno dell'Inter per quello che sta in panca. In entrambe non è chiaro chi comandi. Chi nell'Inter? Thohir, Moratti o Mancini? Chi nel Milan? Berlusconi? Galliani (spalleggiato da Marina e Piersilvio)? Barbara (spalleggiata dagli ultras)? Entrambe giocano un football immondo. Inter-Torino è stata lenta agonia; Lazio-Milan un festival di palle-gol sprecate (dalla Lazio). L'inizio della stagione sembrava promettere meglio per il Milan. L'arrivo del Mancio ha invertito le attese, e l'attività sul mercato sembrava giustificare i nuovi entusiasmi. La realtà invece, almeno per ora, è cupissima.

Mans