31 gennaio 2015

Black Athena

Non sono né uno specialista né un appassionato particolare di calcio africano. E nemmeno del continente nero. Mi sono chiesto pertanto perché la Coupe d'Afrique des nations de football 2015, che si sta svolgendo in questi giorni in Guinea Equatoriale [vai allo Speciale], abbia smosso qualcosa nel profondo della mia anima devota a Eupalla, inducendomi a dedicarle una buona parte della mia attività voyeuristica. Tranne alcune - meglio, tranne alcuni spezzoni di tempo -, le partite non sono molto spettacolari. Di innovazioni tattiche nemmeno a parlarne. La tecnica individuale è buona ma senza che si intravedano grandi campioni, a parte quei pochi già noti. Eppure c'è qualcosa che affascina in questo torneo. Ho provato a darmi alcune risposte.

Il Nuevo Estadio di Malabo
Muovendo da una domanda ulteriore. Perché, viceversa, non provo alcuna pulsione che mi induca a dare un'occhiata alle altre due competizioni per nazioni che, in questo anno dispari del calendario internazionale, si svolgono in contemporanea a quella africana? Vale a dire la 2015 AFC Asian Cup che si disputa agli antipodi australiani e il XXVII Campeonato Sudamericano Sub-20 "Juventud de América" in atto in Uruguay? Risposta d'istinto: perché la prima competizione mi pare assolutamente priva di fascino e la seconda disgustosamente sopravvalutata dalla stampa che vive 24h di mercato e video virali delle prodezze individuali delle foche di ogni età.

Forse significherà qualcosa che uno dei maggiori scrittori e storici del football, Jonathan Wilson, si sia mosso di persona (e a sue spese: è un "free lance") per recarsi in Guinea a vedere dal vivo la CAN. Per "respirarla". La "Gazzetta", per dire, un inviato lo ha inviato (a spese della RCS): ma in Uruguay; da dove ogni giorno sembra scoprire dei giovani fuoriclasse: tali Kenedy, Thalles, Gabigol, Gerson (addirittura ...) e così via, in un tetro carnevale che rasenta la tratta dei minorenni. Eppure Wilson è un grande appassionato di calcio sudamericano: tra qualche mese sarà nelle librerie la sua ultima "fatica", Angels With Dirty Faces. The Footballing History of Argentina. Ma ha scelto il calcio africano: anzi, è la settima CAN cui assiste di persona. Come mai?

Probabilmente perché il football africano rappresenta ancora un rito caro a Eupalla. Non vi si celebra il calcio moderno, quello delle play-station [vedi] e dei top players [vedi], ma una archeologia del sapere calcistico - per dirla in modo colto (ohibò) -, vale a dire un discorso attraverso il tempo. Del medesimo genere, anche se di qualità e fascino diverso - bene inteso -, di quello che inscenano ogni anno gli oltre 700 club della FA Cup nella Terra Madre. E' un calcio ancora umanista: una Black Athena, per continuare a fare sfoggio. Tanto più in questa improvvisata edizione in una ex colonia spagnola equatoriale, con i suoi piccoli stadi sottratti alla giungla, il colore del tifo sugli spalti, l'assenza di violenze (per il momento ...), l'eccitazione dell'ambiente, i volti, gli sguardi, le lacrime e il sudore, i nubifragi improvvisi ... Via satellite, ovviamente. Ma fascinoso. Ambientale.

La pioggia equatoriale
Il calcio africano ha ormai una sua storia, ed è oggetto di studi oltre che di racconti [vedi]. Certamente è più un calcio di giocatori che non di squadre. Ma alcune nazionali possono vantare una tradizione di vertice. Sono assenti a questa XXX edizione due grandi potenze come l'Egitto (4 coppe tra 1998 e 2010, e 7 in totale) e la Nigeria (3 coppe e campione uscente). Il Ghana (4 coppe, ma ormai tra 1963 e 1982) e il Camerun (4 coppe tra 1984 e 2002) sono le più titolate tra quelle in Guinea Equatoriale. Quotate, ma con una sola vittoria nella CAN, sono anche Algeria, Costa d'Avorio, Sudafrica e Tunisia. La Repubblica Democratica del Congo (allora Zaire) vinse due volte tra 1968 e 1974. Viceversa, nazionali che godono di credito recente come Senegal e Mali non hanno mai vinto la competizione continentale.

L'attuale torneo appare molto equilibrato. Nessuna squadra ha vinto le tre partite del girone. Solidità tattica, qualità tecniche di alcuni singoli ed esperienza hanno consentito ad Algeria, Ghana e Costa d'Avorio di qualificarsi ai quarti. Il Congo ha destato buona impressione, ma è guidato dal veterano Claude Le Roy. Bene anche la Tunisia. Dal girone di ferro sono rimasti esclusi Senegal e Sud Africa. Il sorteggio ha arriso alla Guinea. La squadra di casa, zeppa di oriundi, si è qualificata, al pari della Repubblica Democratica del Congo. Male il Camerun e lo Zambia, fuori entrambi. Oggi e domani si disputeranno i quarti di finale. Azzardo un pronostico, scritto sull'acqua del Golfo di Guinea: Congo sulla RD Congo, Guinea Equatoriale ai rigori sulla Tunisia, Ghana sulla Guinea. In una finale anticipata, Algeria a fatica sulla Costa d'Avorio. Forse.

Azor