Termina anche il secondo turno di questo Mondiale epocale ed emerge, nella nostra vecchia Europa, una geografia a un tempo nuova e antica. Nuova rispetto agli anni più recenti: sono già eliminate o rischiano di esserlo alcune nazionali che avevano dominato la scena negli ultimi grandi tornei, come la Spagna, l'Italia (finalista ad Euro 2012, terza nella Conf Cup 2013) e il Portogallo (semifinalista ad Euro 2012). E' però anche una geografia antica perché, nel generale crollo delle squadre slave ed egee (Russia, Bosnia e Grecia: solo la Croazia è ancora in corsa) e britanniche, l'unica area culturale europea che sembra saper resistere al momentaneo dominio americano è il cuore della vecchia Europa medievale, stretta intorno al limes renano: la Germania, la Francia, il Belgio e l'Olanda; l'Europa degli avi, per intenderci, quella formatasi intorno all'impero carolingio, che comprendeva anche l'Italia del centro-nord e le zone alpine che poi diventarono Elvezia.
L'esercito teutonico |
Fine della lezione di storia e palla al centro. Per dire che il vecchio calcio europeo non è molto ben messo dopo due giornate. E' sotto assedio. Ciò non sorprende, d'altra parte: nelle edizioni americane dei mondiali, da Pasadena e Buenos Aires, hanno sempre trionfato nazionali di quel continente. E tutto lascia pensare che potrà essere così ancora una volta. Sono già qualificate agli ottavi: Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica e Argentina; hanno ottime chance di fare altrettanto Messico, USA e Uruguay; è ancora in lizza l'Ecuador; solo l'Honduras è già stato eliminato. Débâcle totale per le asiatiche. In mezzo al guado le africane: nessuna è in testa a un girone, ma si battono con chance concrete Costa d'Avorio, Nigeria, Algeria; già tagliato fuori il Camerun, rimane teorica la possibilità di qualificarsi per il Ghana, che resterà vittima (col Portogallo) del "biscottone" che sarà cucinato insieme da due vecchi amici come Jogi e Jurgen - un "master chef" che rischia di passare agli annali [vedi].
Azor