Questa serata calcistica potrebbe essere ricordata negli annali come quella che segnalò il tramonto di un ciclo e l'aurora di un altro. Trait d'union Pep Guardiola, ma solo in apparenza. C'è uno iato in realtà. Il Barça sembra aver smarrito, con lui, il vero leader, quello capace di affrontare, e battere, con la testa ogni avversario. Il Bayern è già molto forte grazie a Jupp Heynkes, che ha fatto un lavoro didattico enorme, visibilissimo.
23 aprile 2013, Fußball Arena, München Mario Gomez García (nato a Riedlingen),era al suo posto al momento di segnare il secondo gol: i difensori blaugrana invece erano altrove |
Se la Juventus ne prende solo 2 all'Allianz Arena e il Barça 4, forse molti discorsi sul gap tra il calcio nostrale e quello tedesco andrebbero ritarati, deponendo il tafazzismo per una volta.
Là dove la distanza rimane abissale è invece sul piano culturale. Stasera l'arbitro, l'ungherese Viktor Kassai, tra i più quotati, ha fatto sfracelli: 3 gol irregolari convalidati, 2 rigori per il Bayern non visti. Fosse successo ai danni di una squadra italiana (diciamo, per esempio, la Fiorentina ...) le lamentazioni sarebbero detonate. Immaginiamoci lo stesso arbitraggio in una partita di Serie A. Sarebbe un fungo atomico: Galliani paonazzo in fuga, Agnelli a gridare contro la giustizia sportiva, Moratti al complotto, De Laurentiis a twittare in escandescenze, e così via tra corifei e prosseneti, tra moviole e processi televisivi, tra Daspo a 70enni e risse da bar ...
E invece il calcio è bello proprio per questo. Gli arbitri hanno sbagliato clamorosamente, ma senza dolo. Il risultato non fa una grinza e i primi ad accettarlo sono quelli del Barça, consci di essere stati annichiliti. Hanno giustamente protestato sul campo, ma è finita lì. Tanto di sombrero!
23 aprile 2013, Fußball Arena, München
FC Bayern München - FC Barcelona 4:0
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