22 dicembre 2013, Parc des Princes, Parigi Marco Verratti inseguito da Les Dogues |
Il Lille ha vinto la Ligue 1 nel 2011 con Rudi Garcia in panca. Adesso vi appoggia i glutei un altro apprezzato entraîneur transalpino René Girard, capace di vincere il titolo nel 2012 con il Montpellier, che è un po' come dire l'Ascoli 1898 (a proposito: una prece per il fallimento di questi giorni nella speranza che presto rinasca dalle ceneri) guidato da Carletto Mazzone. In breve: personaggi che vengono dalla gavetta e vivono di pane e calcio. Girard adesso è lì, a quattro punti dal PSG e ad uno solo dal Monaco. Da entrambi i quali lo distanziano solo le oscene e siderali disparità finanziarie.
Non è un caso che il soprannome dei lilloises sia Les Dogues, i Mastini: pane e formaggio contrapposti al caviale e allo champagne dei parigini. Come molte della Ligue sono una squadra di impianto africano con il titolare della nazionale della Nigeria in porta, Vincent Enyeama, e un attaccante di qualità come Salomon Kalou, con un passato al Chelsea e un presente anche nella nazionale ivoriana. E poco più, se non il capitano Antonio Mavuba che, nientepopodimeno, ha pure messo le mani in faccia a Sua Maestà Zlatan mandandolo KO. Tanto per far capire il clima.
Laurent Blanc ha disposto nuovamente l'argenteria in campo, ma il risultato è sempre lo stesso: se non risolvono Ibra o Cavani la squadra fatica a imporsi su avversarie compatte e ben organizzate. Manca qualità sulla trequarti, davanti a Thiago Motta e Verratti. La rosa è invece farcita di mezzo sangue capaci solo di lanciarsi in avanti ma non di lanciare in avanti la palla in modo filtrante: tra Lucas, Menez, Pastore e Lavezzi, tutti sopravvalutati castroni, almeno due sono di troppo. Basterebbe uno come Mata, Silva o Isco, per indicare pezzi da Champs-Élysées. Basterebbe prezzolare un po' meno i mega procuratori del circo e affidarsi a qualcuno che di calcio ne capisce. O magari, più semplicemente, dare ascolto a Blanc.
Azor