Cartoline di stagione: 8° turno 2014-15
Sanchez ha il piede sul pallone, Cahill no |
Protagonisti e osservatori hanno naturalmente potuto sfogare le loro diuturne ossessioni arbitrali. I romanisti e filo-romanisti (o semplicemente gli anti-juventini) sostengono che Rocchi abbia praticamente servito le paste a Nostra Signora, inventando due rigori e convalidando il gol - l'ultimo e decisivo - di Bonucci, viziato da posizione di fuorigioco attivo di Vidal. Sono opinioni basate più sui pregiudizi che sulla moviola. I meno fanatici puntano il dito contro i calciatori, colpevoli di interpretazione agonistica eccessiva. Perché - s'intende - innervositi dal 'metro' di Rocchi. Il campionario dei commenti a questa partita è archetipico di tutta una tradizione recente: le partite sono decise dagli episodi, ma gli episodi sono formalizzati dall'arbitro. E' il giudice che scrive le sentenze, anzi le partite.
Episodi discutibili e discussi. Ma episodi |
Storie. A mio parere, questa corrida va letta così.
1) Giocare a calcio in quello stadio è difficile, per chi non ha voglia di farsi mettere sotto dai padroni del medesimo. Arbitrare lo è ancora di più. Per rendersene conto è sufficiente sedersi davanti alla tv e infilarsi un paio di cuffie, onde meglio apprezzare l'original soundtrack. Sin dal primo istante, boati d'inferno per i fischi arbitrali contro i bianconeri; boati di volume ancora più alto per gli interventi fallosi degli avversari; boati inimmaginabili per ogni presunto fallo laterale non concesso ai padroni di casa; aggressioni verbali (e non solo) ai giocatori della Roma in tribuna. Una pressione ambientale abnorme, violenta e incessante, un clima francamente eccessivo. Non si tratta della 'curva', si tratta dello stadio intero. In questo senso, non ricordo situazioni analoghe, e va detto: a Torino si è giocato ieri (e non so se capiti normalmente) in un'atmosfera intimidatoria, incivile. A voler essere meno categorici, decisamente sgradevole. A riprova (non necessaria) di come nel nostro sistema risse e nervosismo sul campo siano soprattutto gli effetti di questa atmosfera: non del Rocchi di turno con i suoi fischi o con i suoi 'silenzi'.
2) Abbiamo visto un match equilibrato, corso sempre sul filo. Con fasi alterne di supremazia territoriale, poche occasioni, qualche bella giocata dei soliti noti. L'impressione è che i due XI, nei diversi sistemi di gioco, si equivalgano o quasi. Forse, la Juventus ha ancora qualcosa in più. Può variare i modi con cui essere velenosa. La Roma è pericolosissima nelle combinazioni veloci, palla a terra. Se trova spazi, è irresistibile; la Juventus ne concede pochi. In termini di gioco, senz'altro un pareggio sarebbe stato più onesto, ma nessuno può altrettanto onestamente sostenere che la Juventus abbia rubato i tre punti. Non Garcia e Totti e Sabatini; così come Marotta non dovrebbe rispondere alle polemiche dicendo che alla Juve mancano due scudetti. Che c'entra? Il peggio - questa è la realtà - lo offrono sempre quelli che in campo non vanno. Ovunque, sui campi italiani. E di questo 'peggio', l'arbitro è sempre il meno responsabile.
Insomma, non è stato un week-end memorabile. Nemmeno altrove. In Germania e in Inghilterra i campionati hanno già il loro preciso solco: sarà l'ennesimo anno del Bayern e la fine dell'astinenza del Chelsea, con conseguenti teatrini egotistici dell'uomo di Setubal. Del resto, i Gunners mostrano la loro sempiterna fragilità, mentre il Liverpool cerca disperatamente se stesso (sabato ha trovato un brodino, accantonando Mario ...) e lo United è in fase di progettazione. L'Atletico - bastonato a Valencia - pare consunto, e difficilmente riuscirà a competere in Liga, dove se la sbrigheranno more solito Barça e Real. Restano Francia e Italia. Indecifrabile quest'anno il torneo dei cugini, vista la fatica del PSG e la freschezza dell'Olympique. In Italia sarà duello per il titolo e ammucchiata per il terzo posto, sino allo sfinimento. E sfinimento (nostro) di bruttezze e gratuite polemiche. Che vadano tutti a quel paese.
Mans