Dopo aver visto Real Madrid-Barcellona sapevo che avrei dovuto lasciar perdere il campionato italiano, almeno per una domenica. Ma si sa, i tifosi son tifosi e stanno al calcio come l'uomo sta alle sue più tenaci dipendenze. Alla fine, mi sono visto quasi tutta la giornata per concludere in bellezza con lo spettacolo del Meazza. Un po' come andare a vedere i Pink Floyd alla O2 Arena di Londra per poi sorbirsi un concerto di Gigi D'Alessio alla sagra del brigidino di Lamporecchio.
È vero che domenica al Santiago Bernabeu c'erano almeno dieci fenomeni in campo, ma ciò non può bastare per accettare partite brutte come Milan-Fiorentina. I Rossoneri e i Viola puntano al terzo posto. In un campionato tecnicamente così scadente è possibile che il pronostico si avveri per una delle due, ma è più probabile di no. La partita è stata lenta, tatticamente bloccata e priva di interpreti capaci di dare una svolta a quella selva di passaggi, molti dei quali sbagliati. Lascia francamente sbigottiti l'involuzione tattica e tecnica della Fiorentina. Per due anni modello di calcio offensivo e tatticamente preciso come un orologio svizzero. Sembra che la Viola abbia perso la sua identità, o forse quelle certezze che ne avevano mascherati in parte i limiti tecnici aggravati, va detto, da un terremoto di sfortuna difficile da pronosticare anche per il mago Otelma.
Scrivevo la settimana scorsa che il ciclo di Montella alla Fiorentina sembra giunto alla fine. Ne sono ancora convinto benché speri sinceramente non sia così. Ieri però, ne ho avuta un'ulteriore conferma. Montella è un tecnico bravo. Fra i giovani uno dei più bravi. Ha idee, è coraggioso e coerente. Mi è sempre piaciuto e spero, da tifoso e da amante del calcio, che resti a Firenze a lungo. Temo non accadrà per almeno due ragioni: il rinnovo del contratto di Pradè per un solo anno e l'anemico mercato estivo realizzato dalla Fiorentina. Tornerò su questi punti nelle prossime settimane.
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Josip Iličič |
Montella costruisce un calcio dinamico, esteso su tutto il campo e per questo ha bisogno di due cose: due centrocampisti tecnicamente superiori alla media e un modulo di base con tre difensori e gli esterni alti; in altre parole il 3-5-2. Da qualche mese sembra stia pensando ad altro. Anche ieri ha messo in campo una squadra con la difesa a quattro e ha snaturato il suo gioco. La difesa a quattro è un'arma efficace se hai due centrocampisti in grado di prendere palla nella tua trequarti e di far ripartire l'azione velocemente e almeno un attaccante parecchio prolifico, altrimenti, con la rosa che ha la Fiorentina in questo momento, è un suicidio tattico. Se poi gli esterni sono un giocatore adattato (Tomovic) e uno che pare un incrocio fra un danzatore di mambo e un saltatore con l'asta (Alonso) allora il danno è totale. Gli esterni di Montella devono stare alti e la squadra deve avere la palla per molto più tempo degli avversari. Il 4-3-3 atipico a cui si sta affidando il Vincenzino viola negli ultimi tempi non funziona e non può funzionare. Pizzarro è acciaccato e non giocherà molte partite quest'anno. Borja Valero è stanco e finché non tornerà il giocatore dei primi quindici mesi in viola non può comandare il pressing da solo. Aquilani è un ottimo centrocampista, ma non ha mai velocizzato il gioco e se messo in un centrocampo a tre a correre in verticale non si inserisce e non segna. Naturalmente a questo vanno aggiunte le assenze di Gomez e Rossi che sono un alibi eccome, altroché. Fra avere e non avere due giocatori così ci sono quindici punti almeno di differenza a fine stagione. Ma non ci sono e non ci saranno, insieme, fino a gennaio. Montella deve quindi inventare e lo fa ogni domenica sperando che Cuadrado dia un senso alla presunta sbandata che il Barcellona si era preso per lui e che Ilicic dimostri una volta tanto che non è un ronzino strapagato. In effetti non lo è.
Ilicic è un giocatore leggero, insopportabilmente leggero. Tecnicamente sublime, fisicamente imponente e tatticamente anarchico. Gioca nella trequarti avversaria ma va dove vuole, quando vuole. I suoi tempi di gioco non sono mai quelli della squadra. Lui non riesce a adattarsi alla squadra, è la squadra che deve adattarsi a lui e nella Fiorentina non accadrà mai. Può giocare solo in un 4-3-3 atipico partendo dall'esterno e rientrando per poi esplodere il sinistro o cercare l'assist per l'attaccante. Il problema è che non gioca da solo là davanti e deve imparare a coesistere coi compagni. Infine è un giocatore difficilmente collocabile nella migliore Fiorentina montelliana.
Mercoledì c'è l'Udinese di Stramaccioni e del sempiterno Di Natale. È l'avversario perfetto per mettere alla prova lo stato dei lavori in casa viola.
Cibali