Fettine di coppa: quarto turno 2014/2015
Anthony Vanden Borre, difensore belga e colonna dell'Anderlecht:
doppietta all'Emirates
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Se l'Arsenal non brinda, il City ha mostrato ancora una volta (e ogni volta si pensa che sia un caso, ma non lo è) le sue enormi difficoltà a incontrare e contrare squadre non inglesi. Si comporta come il tizio che, isolato alla festa perché non conosce nessuno, finisce ugualmente per ubriacarsi ed essere ricordato dagli altri per la brutta figura. Quattro partite, due punti: uno all'Etihad con la Roma (e s'era ben scritto qui, a fronte degli entusiasmi indigeni, che i Citizens non erano e non sono un test probante, se un XI emergente vuole misurare il proprio spessore europeo), uno a Mosca (dove ne ha regalati due). Ora il CSKA è tornato pienamente in gioco, e ospiterà la Lupa in un inaspettato (dai nesci) match senza appello. Il ricordo della goleada maturata all'Olimpico non deve suscitare facili pronostici; a Mosca ha visto sorci verdi anche il Bayern.
Tra le sbandate inglesi, più sbandato di tutte (dissolto, estinto, rottamato) pare il Liverpool. Mai nella storia, credo, i Reds hanno considerato se stessi battuti in partenza, qualunque fosse l'avversario; mai credo abbiano giocato con il principale intento di limitare i danni. Sono andati al Bernabéu con questa predisposizione di spirito, ne sono tornati con un solo gol sul groppone. Rodgers ha risparmiato a un po' di gente la figuraccia, e tenuto i suoi 'assi' freschi per il Chelsea, annunciato ad Anfield per sabato a mezzogiorno. Mou, infatti, non ha apprezzato la mossa (ma questo suo sistematico mettere il naso nelle faccende altrui è sempre molto irritante). Facile parlare per lui: può spacciare per turn-over qualsiasi cambio di formazione. In Slovenia si è dovuto accontentare d'un pari, ma è stato un allenamento agonistico. Altissimo, a questo punto, è il 'rischio' di avere due sole inglesi al via degli ottavi.
Infine, la Juve. Fosse stato, quello coi greci, scontro a eliminazione diretta, oggi sarebbe fuori. Soprattutto, la fatica tremenda con cui viene a capo di partite che ci si aspetta vinca facilmente (il che fa da pendant alla facilità con cui perde, di misura e alla fine, quelle molto equilibrate) dovrebbe finalmente indurre a moderare le attese. La qualità del gioco è modestissima, affidata ormai essenzialmente al talento dei singoli; il ritmo è basso (per gli standard europei, s'intende). Conosciamo bene e abbiamo pochissima stima del suo allenatore, uno che sul campo di allenamento ha poco da dire, da dare e da insegnare - figuriamoci alla vecchia guardia bianconera, che coincide o quasi con tutti i titolari. Comunque, gli ottavi sono un obiettivo raggiungibile, a questo punto. Ma anche quest'anno c'è da temere che oltre non si possa andare; e forse sarebbe alla lunga più utile a tutti (anche a Juve e Roma) restare in Europa sì, ma in Europa League.
Mans
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