20 marzo 2015

Belle e impossibili: le notti del Toro

Russ cume 'l sang

Se dentro i bussolotti dell'Uefa al posto di Zenit ci fosse stato il nome Torino avremmo pescato il Siviglia nei quarti di Europa League e avremmo detto: ma che sfiga, di nuovo! Proprio la detentrice del trofeo e favorita assoluta nella road to Warsaw? Sfortuna nera, sorteggi peggiori non erano possibili, a partire da quello che assegnò al Toro l'Athletic Bilbao. Ma sarebbero state altre due notti belle e impossibili, come quelle vissute fino a ieri. Quelle che però hanno un po' tutte lo stesso sapore lagunoso di Amsterdam: Stoccarda, l'altro Borussia, persino Innsbruck. Per citare le prime che mi vengono in mente. 

E' il sapore delle notti europee del Toro, indimenticabili e in modalità autoreverse, sempre sedie e orgoglio da sventolare. Già, perché se qualcuno vedesse le immagini post fischio finale di Torino-Zenit senza conoscerne il risultato penserebbe che la squadra che ha passato il turno sia quella con la maglia granata: una standing ovation dell'Olimpico, mentre il dottor Villas-Boas cercava di fare a pugni con Giacomo Ferri (pessima idea André, pessima idea) e il signor Hulk (i russi e il resto del mondo lo pronunciano Culc) era ancora verde sì, ma di paura.

Alla fine però nell'urna di Nyon c'è andato il nome dello Zenit, che se la vedrà con gli andalusi al posto della squadra che – undici contro undici – li ha battuti 1-0. Il saluto finale alla squadra ha commosso anche il presidente Cairo. Nessuno si illude che ciò causerà in lui un ravvedimento alla Ebenezer Scrooge. Più forte sarà questo Toro – quello che in panca non si ritrova nemmeno un centrocampista come cambio e fa giocare Bovo regista – più estrema sarà la sfida per Ventura o per chi erediterà il suo posto. Sino al coronamento del sogno dell'editore di La7: giocatori che pagano per vestire la maglia granata e trasferte in treno con le promozioni di Italo. 

La prossima sfida sarà proprio quella sul mercato. Darmian, Glik, Maksimovic, magari Bruno Peres: tutta gente già pronta a partire e ben quotata. A zero euro ci sono in casa i futuri sostituti. Di sicuro c'è soltanto che non faremo mai la fine del Parma, diventeremo un impero di plusvalenze, perché di emozioni lo siamo già.

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