23 aprile 2015

Ristoranti e trattorie della pedata europea

Fettine di coppa: quarti di CL 2014-15 (ritorno)

E così, per la terza volta nelle ultime quattro edizioni, Real, Barça e Bayern attraccano insieme alle semifinali di CL. Nel 2012 e nel 2013, poi, in finale approdò la quarta squadra: Chelsea (vincente) nel 2012, Dortmund (perdente) nel 2013. Dunque, se la storia si ripete, quest'anno toccherebbe alla Juve – a patto che incontri una delle due spagnole, come accadde a Blues e a Schwarzgelben in quegli anni. Ci può stare? 

E chi lo sa. Juve e Bayern hanno già ri-vinto i loro campionati; una tra Barça e Real sarà campione di Spagna. La storia recente dice che tra Nostra Signora e uno qualsiasi dei tre pescioni finiti insieme a lei nell'urna dell'ultima pesca dovrebbe esserci un gap al momento incolmabile. Tecnico e tattico, certamente. Sul piano delle individualità le iberiche sono inarrivabili; su quello dell'organizzazione il Bayern è senz'altro da preferire. In più, l'ansia è un avversario che Allegri non sembra ancora riuscito a sconfiggere (durante la prima mezz'ora di ieri sera nel cortiletto del Principato era il dodicesimo uomo del Monaco), e dunque per prevedere come sarà la prossima serata dei bianconeri di coppa occorre un'immaginazione da indovino. Al ristorante da cento euro dovranno accontentarsi delle briciole o fregheranno l'aragosta a uno dei commensali?

Intanto, vediamo cosa succede domani a Nyon. Ma anche stasera. Se anche Fiorentina e Napoli confermano le loro prenotazioni, avremo tre posti su otto ai tavoloni delle semifinali, nei ristoranti di lusso e nelle trattorie della pedata d'Europa. Lusso sfrenato di sicuro: estemporanea ripresina o inversione del trend? L'impressione è che i conti non siano poi così in ordine. Certamente, mettiamo a frutto la stagionaccia delle inglesi; la coppa 'minore' rappresenta comunque e tuttora una dimensione abbordabile per le nostre, una coppa che – ogni tanto – si potrebbe pensare di vincere. Dal canto suo, la Juventus ha sicuramente i mezzi per guadagnarsi un posizionamento stabile nell'élite continentale. Forse difetta nella mentalità e ha ancora un allenatore inadeguato, di carisma imperscrutabile e bravura non indiscutibile. Ha campioni stagionati e altri con la testa già parzialmente altrove, ma possiede certamente la forza economica per rimpiazzarli e forse (addirittura) migliorare la qualità complessiva della rosa. Ha goduto, quest'anno, di parecchia fortuna. Ora, dovrà meritarsela e – quanto meno – non subire umiliazioni nelle prossime partite; quando, in sostanza, non guarderemo solo il tabellino. 


In definitiva, il ritorno dei quarti ha portato sui nostri schermi due gradevoli partite di esibizione (scontata quella di Camp Nou, divenuta rapidamente tale quella del Bayern – impressionante), una di orrida impotenza calcistica (quella monegasca), una feroce battaglia risolta solo verso la fine a Madrid. Questa era l'unica che valesse il prezzo di un biglietto, nonostante abbia offerto pochi gesti raffinati (quasi tutti sortiti dal repertorio di James Rodríguez). Complessivamente, si può dire che il Real meritasse la qualificazione; ma l'assist decisivo gliel'ha servito il referee teutonico, con un rosso non scandaloso ma certo generoso che regalava la superiorità numerica alle Merengues proprio nel momento topico della sfida. Si è creato uno spazio, un pertugio nell'area (attaccata a palla bassa) e il muro di Simeone ha finalmente ceduto. Come nella finale dell'anno scorso, sembrava potesse stare su, ma gli astri hanno un debole per Carletto da quella sera di Istanbul ...

Mans