In ripa Arni
Pareggia la Fiorentina di Coppa contro una Roma affetta da pareggite acuta, ma in crescita. Verdetto rinviato alla prossima settimana, allo stadio Olimpico. L'1-1 impone alla Viola una grande partita nella capitale e l'obbliga a segnare senza subire gol, un'impresa ardua vista la genetica su cui si fonda l'esistenza stessa di questa rosa. Tuttavia, dopo la gara del Franchi è difficile addossare colpe al gruppo e tanto meno all'allenatore. Questa sera i giocatori hanno dato tutto e Montella ha messo in campo la formazione migliore a disposizione, ma forse è questo il punto. L'elefantiaca rosa viola è imperfetta e inzeppata di centrocampisti mentre le punte di ruolo sono pochine: Gomez, Babacar e Gilardino, quest'ultimo non inserito nella lista UEFA. Gli esterni bassi non sono all'altezza e se s'infortuna Pizarro la squadra si accartoccia su se stessa e la palla non gira più con la fluidità necessaria a mettere in difficoltà gli avversari. Gli infortuni a ripetizione sono un'autentica maledizione, ma forse non sono del tutto casuali: troppi e troppo poco provocati per appellarsi solo alla malasorte. Forse qualcosa in fase di preparazione è stato sbagliato. Di fatto la Fiorentina ha fatto una partita quasi perfetta fino alla mezz'ora, poi è calata vistosamente e ha concesso campo alla Roma. Proprio la forma fisica sembra l'incognita più inquietante di questa parte finale della stagione, ma forse è cresciuta la Roma e i meriti dell'avversario sono stati maggiori dei demeriti viola.
Josip Ilicic esulta dopo aver portato la Fiorentina in vantaggio |
Di questa partita ci restano poche ulteriori considerazioni: Alonso e Tomovic, così come Kurtic, non possono giocare titolari in una squadra come la Fiorentina. Salah non trova spazi se davanti non c'è una prima punta che fa i movimenti giusti al momento giusto e questo dice chiaramente quanto sia importante Gomez, perché il tedesco, segni o non segni, sa fare il centravanti. Ilicic, se lasciato libero di partire dalla trequarti e spaziare accanto alle punte, può essere molto efficace.
Gli arbitri sono scarsi anche in Europa. Nel primo tempo Florenzi ha quasi segnato partendo da posizione evidentemente di fuorigioco. L'episodio del rigore sfiora il grottesco dato che è Iturbe a calpestare Neto. Sul gol della Roma Keita spinge vistosamente Alonso prima di colpire il pallone. Il recupero di tre minuti, dopo che la Roma aveva sistematicamente spezzettato il gioco negli ultimi quindici, è sembrato una provocazione.
La Fiorentina è la Fiorentina. Ma ora occorre raccogliere le forze, stringere i denti e portare a casa la qualificazione altrimenti si rischia, dopo una volata esaltante, di rimanere con un pugno di mosche in mano.
Cibali