7 novembre 2013

Dure salite e cupi orizzonti

Fettine di coppa: quarto mercoledì 2013-2014

6 novembre 2013, Dortmund
Aaron Ramsey, gallese, giocatore-chiave dell'XI di Wenger
in questo avvio di stagione, fredda i bollori del Westfalenstadion
inzuccando l'unico pallone della serata destinato a scuotere la rete
Tutto il mondo è paese, quando lo strapaese affiora o riaffiora, e quindi non c'è da stupirsi se al Westfalenstadion il pallidissimo Mesut Özil è stato trattato quasi (quasi) come un CR qualsiasi a Torino l'altra sera. La sua colpa specifica? Non certo d'essere turco; ma giocava, tempo fa, nello Schalke. Come l'altra sera, fischi e contumelie hanno portato male, e così i Gunners tornano dalla Ruhr con tre punti in saccoccia che hanno l'effetto di danneggiare anche il Napoli, costretto a trascorrere a sua volta indenne una serata in quell'inferno o a goleare i londinesi al San Paolo tra un mese. Il girone è complicato, perché il Borussia è comunque davanti all'Arsenal in caso di arrivo alla pari, e dunque nessuno potrà fare conti, né sconti a nessuno.

Un'onorevole (di questi tempi) sconfitta del Milan a Camp Nou ha consentito di 'misurare' la temperatura del rapporto tra BB e Galliani, fianco a fianco in tribuna e sistematicamente inquadrati dalle telecamere. Di solito il ragioniere guarda le partite insieme a suo figlio; stavolta (probabilmente per ragioni comunicativo-iconografiche, cioè aziendali) l'ha vista da solo, senza scambiare mai una parola con la figlia del padrone. Le telecamere avevano indugiato, nel pre-partita, anche su un lungo e fitto colloquio tra BB, Pippo Inzaghi e Filippo Galli (purtroppo, BB era ripresa di spalle e nessuno ha potuto leggerne il labiale), sollecitando la fantasia di tutti i guardoni che hanno a cuore (per svariati motivi) le vicende milaniste. Di questi tempi, la partita è un optional; in effetti partita non c'è stata, i rossoneri hanno speso tonnellate di energie fisiche e mentali, il Barça si è allenato nella sua bella cornice e i gol potevano anche essere il doppio o il triplo, ma tant'è. Il Milan resta in corsa, ma deve fare almeno quattro punti contro Ajax e Celtic per sbarcare agli ottavi, e nulla lascia presagire che ci riesca facilmente. Dovrà sputare l'anima. Come la Juve. Come il Napoli. Sarà, ma vedo nere nuvolastre addensarsi sull'orizzonte delle nostre, là dove si esaurisce la fase a gruppi della Champions League.

Nel tardo pomeriggio (per questioni di fuso orario) una bella partita si è giocata a San Pietroburgo. Il Porto ha cercato di asfissiare gli uomini di Spalletti nella prima mezzora, andando anche e meritatamente in vantaggio; un immediato cortocircuito difensivo ha consentito ai russi di pareggiare il conto e poi attestarsi in difesa del risultato, puntando su rapide azioni di contropiede. L'incredibile Hulk, rapinoso in occasione del pari, spreca un rigore; Arshavin entra troppo tardi ma rade al suolo in più occasioni la metà campo del Porto; fosse subentrato prima, chissà. Ora la salita, per i portoghesi, diventa durissima; per passare, dovranno espugnare la tana del Cholo, che non è tipo abituato a regalare cioccolatini. Amen.

Mans