1° giugno 1986, Estadio Jalisco, Guadalajara L'esultanza di Julio Cesar, Junior e Socrates dopo il gol di quest'ultimo alla Spagna (La partita è in Cineteca) |
Barney Ronay discetta invece sulle "two contrasting routes to footballing beauty" che Brasile e Spagna offrono agli appasionati di estetica (Guardian).
Jonathan Wilson, presentando la partita da par suo, ritiene che sia il Brasile sia la Spagna debbano migliorare la qualità del gioco finora mostrato (Sport Illustrated). Gigi Garanzini, sul "Sole 24 Ore", sostanzialmente concorda: non vede un gran Brasile [leggi], e gli spagnoli gli appaiono tutto sommato fiacchi benché infallibili [leggi].
Paolo Condò, sulla "Gazzetta", rammenta giustamente come non vi sia parità di condizioni nell'approccio alla finale tra Brasile e Spagna (1 giorno in meno di riposo, 3 ore di aereo in più, semifinale all'umido, supplementari, rigori, etc.) [leggi].
Il grande Beck ci ricorda infine che "dal 2008 a oggi - Europei, Mondiali, Europei, Confederations Cup - le sartine di Del Bosque devono ancora subire un gol nelle partite a eliminazione diretta, e sono già undici. Possesso palla uguale meno rotture di scatole. Olè" (Eurosport). Thomas Goubin, sempre di "So Foot", rievoca "le jour où l'Espagne a été battue par le Brésil et l'arbitre", ai Mondiali del 1986: gol fantasma, etc. [leggi].
Azor